I dati della Ragioneria Generale dello Stato
Poi ci sono scioperi e altre assenze non retribuite. Se a questo monte ore si aggiungono le domeniche che inframezzano i riposi contrattuali, come le ferie, il conto presto è fatto: mediamente il travet sta a casa almeno due mesi l'anno. A fotografare la situazione sui giorni di assenza del personale a tempo indeterminato nei 9.811 enti della pubblica amministrazione è la Ragioneria Generale dello Stato nel cosiddetto «Conto Annuale» che contiene tutti i dati relativi al pubblico impiego nel 2005. Complessivamente, a parte i 29,16 giorni di ferie che mediamente ciascun dipendente pubblico ha, si aggiungono quasi 19 giorni tra malattia e permessi retribuiti. Ci sono poi due giorni e mezzo di altre assenze, anche se in questo caso non retribuite, e i giorni di sciopero che però complessivamente pesano meno del'1% sulle assenze totali. Dalle medie passiamo ai numeri assoluti: si va dagli oltre 50 milioni di giorni di assenze nella scuola ai 64.296 attribuibili a diplomatici e prefetti. Lo sciopero nel 2005 ha pesato poco (meno di un giorno per ciascun lavoratore) ma anche in questo caso siamo di fronte a una media: si va infatti da «zero» giorni di protesta nelle forze armate ai 642.496 giorni di assenza per motivi sindacali per insegnanti e bidelli. Nel più grande comparto di occupazione pubblica, quello della scuola (1,1 milioni di dipendenti a tempo indeterminato) le assenze sono di oltre 44 giorni l'anno; nella sanità le assenze svettano a una media di più di 58 giorni. Al top della classifica delle assenze ci sono però i dipendenti degli enti pubblici non economici (dall'Inps all'Aci, dall'Istat al Cnr, per citarne alcuni): in 61.645 hanno riposato nel 2005 per 4.255.368 giorni, mediamente 69 a testa, dei quali oltre 30 di sole malattie o permessi comunque retribuiti. Sono sempre al di sopra della media le assenze anche in Regioni, Comuni e Province. In questo caso i lavoratori nel 2005 sono stati a casa 29.653.014 giorni, più di 50 ciascuno. Leggermente più assenteiste le donne rispetto agli uomini: se il loro peso complessivo tra i dipendenti del pubblico impiego è del 53,6%, il loro monte-assenze è invece pari al 59,5% rispetto a quello complessivo, percentuale che svetta al 73,5% se si guarda ai permessi retribuiti (legittimi in questo caso perchè legati alla maternità).