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di EMANUELA ZONCU I TASSI rimangono fermi, ma solo fino a marzo.

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Che potrebbe arrivare entro il primo trimestre. Il tutto mentre l'economia di Eurolandia continua a crescere, nonostante i rischi legati a una possibile nuova impennata del prezzo del petrolio e a un aumento delle pressioni protezioniste. «Sull'evoluzione dei prezzi continuano a pesare rischi al rialzo», proprio per questo bisogna vigilare «da vicino», ha osservato ieri il presidente della Bce Jean-Claude Trichet che, pur dichiarando che la banca non è impegnata in «decisioni predeterminate» sui tassi, ha ammesso di non voler «fare niente per contraddire le attese» del mercato. Intanto, gli analisti si attendono una stretta entro il primo trimestre: sarebbe il settimo da dicembre 2005. Le parole di Trichet hanno avuto effetti sull'euro, facendolo scendere ai minimi di seduta (1,2912 dollari). La crescita economica di Eurolandia - ha spiegato Trichet al termine del consiglio direttivo al quale hanno partecipato anche il commissario europeo Joaquin Almunia e il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Junker - sembra sia destinata a rimanere solida. I rischi per il rallentamento «sono legati alla crescita delle pressioni protezionistiche e alla possibilità che i prezzi del petrolio tornino a salire, oltre che alla possibilità di uno sviluppo disordinato degli squilibri globali». Proprio sul fronte dei prezzi, il presidente della Bce ha osservato che il petrolio «continuerà a giocare un ruolo importante nel determinare» l'inflazione. «La prospettiva per lo sviluppo dei prezzi - ha aggiunto - rimane soggetta a rischi al rialzo anche perché? il momento favorevole del Pil potrebbe provocare un'accelerazione della dinamica salariale». Per questo è necessario «vigilare da vicino» l'evoluzione dei prezzi: «Agiremo in modo fermo e tempestivo per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio-termine», ha assicurato. Nel constatare il buono stato di salute dell'economia di Eurolandia, Trichet ha inoltre osservato come ci siano stati dei miglioramenti nel mercato del lavoro. «Le riforme e la moderazione salariale» hanno contribuito al «dinamismo della crescita dell'occupazione: in otto anni sono stati creati 12 milioni di nuovi posti di lavoro». Nonostante questo, «il tasso di disoccupazione è ancora inaccettabilmente alto» a causa «di impedimenti strutturali significativi». Da qui l'invito agli Stati Membri a «rimuovere le barriere all'apertura dei mercati e ad aumentare la concorrenza, minimizzando le distorsioni dovute a particolari regolamentazioni». Ai singoli Stati, Trichet ha anche chiesto di migliorare «le politiche fiscali e di spesa».

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