Borsa, si apre un 2007 di cauto ottimismo

E la riforma del Trattamento di fine rapporto che, sebbene decollata tra mille incertezze porterà sicuramente beneficio alle banche e alle società di gestione del risparmio. Sono questi i temi che la Borsa italiana seguirà nel 2007. Dopo la chiusura di un anno record gli operatori sono ancora alla ricerca di indicazioni sulla tendenza che si registrerà a Milano. La partenza è stata in sordina ma positiva per i mercati azionari europei e per Piazza Affari. Malgrado gli scambi ancora limitati e i molti investitori in vacanza il bilancio degli indici nelle prime sedute dell'anno è positivo e non si è verificata una corsa a realizzare quanto guadagnato lo scorso anno. Nella prima settimana l'indice Mibtel di Borsa Italiana è salito dello 0,14%, mentre lo S&P/Mib è avanzato dello 0,39%. Lo Stoxx 50, l'indice che riunisce i maggiori titoli del Vecchio Continente, è aumentato dello 0,69%. Il balzo del 2006 (+19% il Mib) sarà difficilmente ripetibile, ripetono analisti e investitori, ma anche il 2007 potrà dare soddisfazioni grazie all'ondata di fusioni ed acquisizioni e alla crescita economica che porterà utili alle aziende. In Italia inoltre la riforma del Tfr porterà benefici a banche, assicurazioni e società di gestione del risparmio. Un mercato azionario in salute potrebbe indurre poi un maggior numero di società a quotarsi dopo che lo scorso anno le matricole sono state ben 38, portando il numero delle società sul listino a 311 unità. Secondo Massimiliano Romano, responsabile ricerca mercati finanziari di Concentric Italy «è possibile che Piazza Affari metta segno una crescita a due cifre nel 2007». A far pendere verso l'ottimismo i mercati finanziari è innanzitutto il panorama economico internazionale. «Non si intravedono - spiega Romano - situazioni di crisi come alla fine degli anni '90 con il crollo di Asia, Russia e Sud America mentre il prezzo del petrolio non mostra particolari problemi. Anche gli eventi in Medio Oriente non sembrano incidere, problemi verrebbero solo da un conflitto con l'Iran». L'effetto terrorismo poi, ragiona un analista di una Sim milanese, negli ultimi anni ha subito un ridimensionamento. «A meno di scenari apocalittici - spiega - l'effetto si limita a un giorno o a qualche ora. L'ultimo attentato all'aeroporto di Madrid ad esempio non ha avuto nessun riflesso». In uno scenario simile quindi conteranno i fondamentali delle aziende che, complice la ripresa economica europea, dovrebbero essere buoni ma anche le operazioni straordinarie. L'ondata di fusioni e acquisizioni che nel 2006 ha investito l'Europa e in Italia continuerà. L'anno passato ha visto, nel nostro paese, la nascita della prima banca nazionale (Intesa-Sanpaolo) e il consolidamento di altri grandi gruppi con la fusione Popolare Verona Novara e Popolare Italiana oltre all'acquisizione di Toro da parte di Generali. Il consolidamento però non si è arrestato e potrebbe coinvolgere altri soggetti. Su banche e assicurazioni inoltre arriveranno diversi miliardi di patrimonio da gestire a seguito della riforma del Tfr. Settori promettenti saranno inoltre, secondo Romano, «l'editoria e le telecomunicazioni che, dopo i ribassi del 2006, potranno avviare un percorso positivo. Le tlc in particolare potranno puntare sui ricavi da contenuti visti i sempre più stretti margini dalla telefonia».