Autostrade, Di Pietro pensa alla Corte Ue
Il ministro: ricorso se non viene archiviata la procedura d'infrazione
L'incontro tra il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, e il commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes - che doveva portare a un chiarimento sulla vicenda - si è di fatto trasformato in un botta e risposta dai toni polemici. Ha cominciato Di Pietro che ha quasi urlato in faccia alla Kroes: «Un'azione da parte dell'Ue contro il Governo italiano sarebbe un grave atto di ritorsione». Un invito condito dalla richiesta di non trattare l'Italia «come figliastra d'Europa». E a cui è stata allegata anche la minaccia di un ricorso alla Corte di giustizia «se i diritti dello Stato italiano verranno calpestati»: «Non possiamo essere considerati come un terreno di conquista». Al sanguigno ministro italiano, la Kroes ha replicato con un maggiore aplomb, esprimendo il suo «rammarico» per il ritardo con cui Roma ha risposto alle osservazioni della Commissione Ue, secondo la quale c'è il sospetto che il Governo abbia impedito la fusione tra Autostrade e Abertis: «Finalmente solo ora siamo in grado di esaminare la questione in maniera approfondita». Ma ha ribattuto Di Pietro: «La Kroes in realtà è sempre stata informata dei fatti, come tutti i diretti interessati». Nel clima teso, si attende il verdetto di Bruxelles sulla procedura di infrazione avviata contro l'Italia lo scorso 18 ottobre, al momento sospesa. Verdetto previsto per la prossima settimana, ma che potrebbe anche slittare. L'Antitrust europeo, infatti, dovrà avere il tempo di esaminare e valutare la corposa documentazione portata da Di Pietro. La Commissione dovrà quindi decidere se archiviare la procedura di infrazione o andare avanti fino al prossimo passo, quello delle sanzioni. «Dovremo valutare tutte le circostanze che hanno portato Autostrade e Abertis a non attuare, almeno per il momento, la fusione approvata dalla Commissione Ue», ha spiegato Kroes. Di Pietro però ha snocciola gli ultimi dati sui rotardi della società autostradale: al 31 dicembre 2006 mancano all' appello investimenti nella rete autostradale per 3,2 miliardi di euro, sugli 11 miliardi previsti entro il 2009. Dunque, il 25% in meno -ha sottolineato - «mentre gli aumenti tariffari sono stati completamente acquisiti, con conseguente enorme divario tra benefici privati e impegni pubblici non rispettati».