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Zaleski non scopre le carte

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Generali, fari accesi della Consob sui soci

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Nel frattempo, la Consob tiene sotto osservazione i movimenti dei soci della compagnia che si prepara ad affrontare una nuova fase della sua storia con un occhio in particolare all'espansione all'estero, anche alla luce dei paletti posti dell'Antitrust alla crescita in Italia con i provvedimenti su Toro e su Intesa Sanpaolo. Dalla fotografia scattata dalla Commissione prima di Natale, emerge un quadro dell'azionariato di Trieste poco variato rispetto alle posizioni esistenti, se si fa eccezione per il blitz di Mediobanca che, come noto, ha acquistato a termine l'1,58% da Mps senza peraltro ottenere i diritti di voto, che rimangono in mano alla banca senese. Zaleski, interpellato su un eventuale ritocco della partecipazione in Trieste, ha risposto che «non c'è nessuna decisione particolare». A margine dell'assemblea di Mittel Generale Investimenti (una controllata della Mittel di Giovanni Bazoli), della quale è presidente, il finanziere ha ricordato di avere in mano, attraverso la Carlo Tassara, il 2,27% di Generali. È la stessa quota riportata nel sito della Consob, che il 15 dicembre, il giorno del comunicato di Mediobanca sull'acquisto della quota da Mps, ha chiesto agli azionisti rilevanti del Leone di aggiornare le loro partecipazioni. I dati forniti dalla Comissione: Banca d'Italia riduce la sua quota dal 4,74% al 4,467%, Capitalia scende dal 3,085% al 2,692%, Zaleski lima dal 2,274% al 2,273%. Ad arrotondare al rialzo sono invece Unicredit, dal 3,696% al 3,76%, e Premafin (Fondiaria-Sai) dal 2,4% al 2,423%.

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