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È SCONTRO al calor bianco dentro Telecom Italia tra il vicepresidente esecutivo Carlo Buora e l'amministratore ...

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Con il primo che guarda ai numeri e ha un solo obiettivo: abbattere con ogni mezzo il debito della società. E il secondo concentrato sul modo per rilanciare le attività telefoniche senza tagli e cessioni traumatiche di pezzi di società. Le indiscrezioni sulla lotta al vertice non si sono fermate nemmeno ieri. E hanno costretto la società a gettare acqua sul fuoco con una smentita delle voci. In merito alle indiscrezioni circolate in questi giorni, relative all'assetto organizzativo del Gruppo, Telecom Italia ha ribadito in una notache verrà adottato «un modello organizzativo funzionale alla più efficiente realizzazione delle linee strategiche della convergenza tra telecomunicazioni fisse, mobili, internet a banda larga e contenuti media, già comunicate al mercato il 25 ottobre scorso». Tale modello organizzativo «si basa sulla costituzione di quattro Business Unit (fisso, mobile, rete e Top Client/ICT) alle dirette dipendenze dell'amministratore delegato Riccardo Ruggiero, il quale risponde al Vice Presidente Esecutivo Carlo Buora, in piena sintonia e secondo i criteri di trasparenza, flessibilità ed efficienza già delineati». Smentite, dunque, le indiscrezioni di stampa che vorrebbero in uscita Ruggiero. Ma questo non è servito a frenare il tonfo dei titoli legati al colosso telefonico in Borsa. Telecom Italia ha chiuso con una perdita dell'1,2% a 2,26 euro, Pirelli & C. (-1,45% a 0,72 euro) e Camfin (-1,55 a 1,4 euro). Mercoledì sono circolate indiscrezioni secondo le quali il vicepresidente Telecom, Carlo Buora e l'amministratore delegato, Riccardo Ruggiero fossero ai ferri corti. Tra i due, si dice, da tempo è in corso un duro braccio di ferro sulla riorganizzazione del gruppo. Il disaccordo sarebbe sulle unità di business. La riorganizzazione, sempre secondo voci circolate in questi giorni, prevederebbe la formazione di tre business unit, una per la telefonia fissa, una per il mobile e una per la rete. Progetto che, se andasse in porto, comporterebbe il ridimensionamento di Ruggiero cui verrebbe affidata la telefonia fissa. Mentre oggi è gestore di tutto il business. Alla base del disaccordo, oltre anche alla questione concreta della cessione della controllata sudamericana Tim Brasil, sembra che ci siano anche incomprensioni personali tra i due manager con visioni gestionali diverse su alcuni punti. Voci smentite ieri da Telecom, che farebbero cadere anche il toto-nomie già partito. Tra le indiscrezioni circolate in questi giorni, infatti, anche i nomi dei possibili sostituti di Ruggiero. Tra i più gettonati Francesco Caio, ex amministratore delegato di Omnitel. Gli altri nomi circolati sono stati quelli di Vittorio Colao, fresco di nomina in Vodafone, e Vito Gamberale, ex ad Autostrade.

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