Mediobanca, quota Generali in cda
L'appuntamento per i consiglieri è fissato per stamattina alle 9 con all'ordine del giorno la sospensione dalle cariche sociali del vicepresidente dell'istituto Cesare Geronzi e il consigliere Roberto Colaninno, condannati per il crack Italcase Bagaglino. Il cda provvederà poi a fissare la convocazione dell'assemblea entro fine gennaio per il reintegro. Eseguite queste formalità, nella stanza dei bottoni di Piazzetta Cuccia si parlerà soprattutto di Generali, dopo l'acquisto a termine dell'1,58% del Leone di Trieste messo in vendita da Mps. Non è escluso, infatti, un aggiornamento, anche informale, sull'operazione Ieri, intanto, Fausto Marchionni, amministratore delegato di Fondiaria-Sai, uno dei grandi soci (al 2,4%) del Leone, si è tirato fuori dalle grandi manovre su Trieste (dove la compagnia di Ligresti non ha un proprio rappresentante in cda). «Non abbiamo intenzione di fare nessuna manovra sulle Generali. Non abbiamo incrementato la nostra quota», ha spiegato. In Borsa Fondiaria-Sai ha guadagnato il 3,26% a 36,79 euro mentre Generali e Mediobanca hanno ceduto rispettivamente l'1,05% a 34,01 e lo 0,31% a 18,16. Secondo le comunicazioni Consob, Piazzetta Cuccia resta azionista della compagnia assicurativa guidata da Antoine Bernheim con una quota del 14,1% (con la possibilità di crescere, nel caso, di un altro 2%) anche dopo aver battuto giovedì in un'asta Morgan Stanley, Jp Morgan e Goldman Sachs ed essersi aggiudicata un ulteriore 1,58% di Generali per 700 milioni di euro. L'istituto milanese ha messo al sicuro la partecipazione in un momento di grandi manovre sulla compagnia, in vista anche del rinnovo dell'intero cda all'assemblea di Trieste del 28 aprile. Sulla quota tuttavia Mps mantiene i diritti di voto fino a giugno 2010, sulla falsariga di Unicredit e Capitalia, gli altri soci del patto di consultazione su Generali che hanno legato le loro quote, rispettivamente pari al 3,6% e al 3,2%, a obbligazioni convertibili che scadenza dicembre 2008 e aprile 2009. Sul fronte delle cariche non dovrebbero esserci colpi di scena sulle due sospensioni per Geronzi e Colaninno. Quando a febbraio il presidente di Capitalia era stato interdetto nell'ambito delle vicende Parmatour e Ciappazzi, gli olandesi di Abn Amro non avevano fatto mancare il loro appoggio al reintegro. In Mediobanca poi il voto unanime dei soci del patto aveva permesso al banchiere romano di tornare senza conseguenze alle sue funzioni.