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Sfuma la fusione

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Autostrade, no ufficiale alle nozze con Abertis

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Abertis resterà azionista di Schemaventotto (che controlla Autostrade) e insieme le due società autostradali auspicano che «in futuro si possano ricreare le condizioni per riconsiderare il progetto di fusione». A tal scopo anzi, proseguiranno «congiuntamente nell'azione e nel dialogo a livello istituzionale», in attesa che intanto si chiarisca il quadro concessorio «indefinito», con implicazioni economiche penalizzanti anche sul piano di possibili espansioni. «Meglio tardi che mai - ha subito commentato il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro - dopo tanti ricorsi ai giudici ora si cerca il dialogo». Lo stop alla fusione, sancito ieri dall'assemblea ordinaria di Autostrade che ha deliberato di conseguenza di non distribuire il dividendo straordinario all'ordine del giorno e incardinato all'incorporazione, avviene per una «impossibilità a procedere» per due ostacoli principali: la mancata autorizzazione alla fusione e l'entrata in scena di nuove norme per le concessioni autostradali, inesistenti al momento dell'ok alla fusione.

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