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Call-center, seimila lavoratori in salvo

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Entro il 2007 saranno assunti i collaboratori in forza presso le società Atesia, Cos, Alicos e InAction

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Part-Time, ma non più precari. È stato infatti concluso l'accordo per la stabilizzazione di oltre 6000 impiegati, tra il gruppo Almaviva e i sindacati confederali (Uil Uilcom - Cgil Slc - Cisl Fistel). L'intesa, arrivata dopo due giorni di contrattazioni, prevede l'assunzione entro il 2007 di tutti gli attuali lavoratori a progetto - 6300 per la precisione - in forza presso le Società Atesia, Cos, Alicos ed InAction. Verranno così regolarizzati 4.000 lavoratori in attività inbound, ovvero quelli impegnati sul servizio alla clientela, e 2.500 outbound (impegnati nelle campagne promozionali e pubblicità di nuovi prodotti e servizi). Con l'assunzione a tempo indeterminato part- time a 4 ore al terzo livello del contratto delle Tlc. Per i circa 1.000 rimanenti in outbound, è prevista l'assunzione con contratto di apprendistato professionalizzato. Plaude il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che ritiene l'accordo «un successo del sindacato e dell'azienda, una risposta ai giovani e non soltanto». Fatto sta che grazie all'accordo, Almaviva non avrà più nessun lavoratore a progetto e occuperà nel solo settore dei call center circa 11.000 dipendenti, ai quali vanno aggiunti gli altri 3.000 del Gruppo Finsiel (attività informatiche) e 1.000 (lavoratori all'estero). Il totale porta a circa 15.000 dipendenti. Prima dell'accordo, Almaviva aveva invece nelle attività di call center 4.500 dipendenti subordinati e circa 6.300 collaboratori a progetto. Con l'intesa di oggi - si legge in una nota - il Gruppo intende applicare quanto previsto dalla circolare ministeriale dello scorso 14 giugno, nonché dall'avviso comune sottoscritto da Cgli, Cisl e Uil nello spirito più autentico di progressiva normalizzazione e stabilizzazione del mercato del lavoro. «Si tratta di una tappa importante per la stabilità e lo sviluppo del Gruppo - ha spiegato il presidente Alberto Tripi - Nell'attuale situazione di criticità dell'economia nazionale e del settore, non esistono impegni occupazionali di tale portata». «Con questo accordo - ha detto il Presidente di Asstel, l'Associazione che riunisce le aziende di telecomunicazioni aderente a Federcomin, Pietro Guindani - il mercato di outsourcing avrà regole più chiare sia sul fronte della concorrenza tra le imprese che vi operano sia nei rapporti con i lavoratori». Un accordo storico, così lo definiscono i sindacati. Con Nicoletta Rocchi (Cgil) che dice: «Da tutti i call center del gruppo è bandito il finto lavoro autonomo», e Bruno Di Cola, segretario Generale della Uilcom che parla di «accordo di portata storica». A fargli eco è Annamaria Furlan, segretario confederale Cisl: «È la risposta più adeguata all'esercito dei precari». Per Paolo Pirani, segretario della Uil, si tratta di «un punto di non ritorno nella difficile battaglia in cui il sindacato confederale si è impegnato per dare una prospettiva di dignità e diritti a migliaia di lavoratori precari».

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