LEONARDO VENTURA ARRIVA ancora un altra doccia fredda sulla progettata fusione tra il Gruppo Autostrade e la spagnola Abertis.
Il motivo secondo i legali del presidente dell'Anas, Pietro Ciucci è quello di accertare se la mancata esecuzione di investimenti previsti per circa due miliardi costituisca un «mancato adempimento». Il cda, ha spiegato in serata una nota, «a esito di una approfondita disamina del complesso dei rapporti in essere con Autostrade e Autostrade per l'Italia», la società operativa del gruppo Autostrade, «ha deliberato, all'unanimità, di promuovere dinanzi al Tribunale Civile di Roma un'azione giudiziaria intesa, principalmente, ad accertare se la mancata esecuzione, da parte della concessionaria autostradale, di investimenti previsti dalla convenzione di concessione e riguardanti opere per un valore di circa 2 miliardi di euro costituisca inadempimento». L'Anas chiederà al Tribunale «l'ordine di esecuzione di tali investimenti» ed «il risarcimento dei danni conseguenti». Duro il commento di Ciucci che ha spiegato che: «L'azione consegue a quanto già fatto da Anas a fronte dell'inadampimento della società concessionaria, a difesa dell'interesse del concedente e quindi del pubblico interesse». Quello degli investimenti era uno dei temi ricorrenti del braccio di ferro degli ultimi mesi tra il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro e la società Autostrade. Il ministro ha più volte contestato la mancata realizzazione di opere previste dalla convenzione con Autostrade. E la società ha più volte risposto che il problema riguarda praticamente solo la variante di valico, che i ritardi ci sono sono ma sono dovuti solo a problemi esterni legati alla lentezza delle procedure per le necessarie autorizzazione. E ieri ha replicato: «ben venga che ci sia un giudice che si occupi di accertare i fatti». Autostrade ha anche spesso ribadito di non averne tratto alcun vantaggio dalle risorse per gli investimenti rimaste in cassa e che, al contrario, dai ritardi ha subito un danno in termini di «un maggior costo dell'opera accertato ad oggi per circa 1,6 miliardi di euro, destinato a termine dei lavori a superare certamente i 2 miliardi di euro». Sembrano così ridursi al lumicino le speranze di portare a termine il progetto di fusione italo-spagnolo. E i tempi sono sempre più stretti. Mancano pochi giorni al 13 dicembre, atteso come giorno chiave per il futuro del progetto di fusione. Prima della decisione dell'Anas, arrivata in serata, dalla Spagna Abertis aveva confermato che il termine ultimo per concludere l'operazione resta fissato a fine anno.