Autostrade, fusione a rischio
L'ad della società Giovanno Castellucci lo dice chiaramente e il titolo a Piazza Affari chiude in flessione dell'1,63%. Nonostante i timidi segnali di apertura lanciati ieri dal ministro Antonio Di Pietro. Intanto, il consiglio di amministrazione di Autostrade è stato nuovamente convocato per il prossimo 13 dicembre, prima dell'assemblea degli azionisti, per prendere decisioni «definitive» dopo le decisioni del Tar, che ha rigettato i ricorsi d'urgenza presentati dalle società. Castellucci ha lanciato un invito a «cercare una soluzione con lo strumento della concertazione». Il ministro delle Infrastrutture Di Pietro ha risposto che «è possibile una ripresa del dialogo», ma chiarisce: «Con questa apertura non metteremo una pietra sul passato. Per tutto ciò che è avvenuto finora ci riserviamo di valutare eventuali inadempimenti in tutte le sedi e nei confronti di tutti». Si riapre anche il confronto con l'Anas, che si è vista confermare dal Tar il potere di autorizzare l'operazione. La società intanto ha mandato nuove informazioni e l'Anas ha convocato per oggi una riunione straordinaria del cda. Al centro del confronto due temi che si intrecciano: la riforma delle concessioni autostradali che introduce nuove regole considerate da Autostrade ed Abertis un ostacolo alla fusione, e la procedura di valutazione dell'operazione da parte appunto dell'Anas. L'ad Castellucci non usa mezzi termini: «L'operazione è oggettivamente a rischio, non sono in grado di indicare quante probabilità ci sono di concludere la fusione. Immediata la reazione negativa dei mercati. Il titolo è piombato giù di oltre il 2%, poi in chiusura ha segnato un prezzo di riferimento di 22,93, euro in flessione dell'1,63%. Il progetto, ha spiegato l'ad è «a rischio per due motivi: la mancanza di una autorizzazione dell'Anas e la riforma delle concessioni, che ha fatto saltare tutte le basi contrattuali e rende incerto il valore della nostra concessione. In queste condizioni - ha concluso - è davvero difficile prendere una decisione finale, soprattutto da parte degli spagnoli». Che martedì hanno acquisito una quota del 32% in Eutelsat, e così «già stanno guardando un pochino altrove. Hanno altre alternative, come ne abbiamo anche noi». Autostrade «ha una capacità di indebitamento ulteriore per investimenti e acquisizioni di circa 6-8 miliardi».