Padoa Schioppa: «Alitalia resterà italiana»
L'azionista Tesoro detta la strategia per le alleanze: l'azienda non deve essere colonizzata
È l'azionista di riferimento, cioè il Tesoro (49,9%), per voce del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, a dire che c'è «la necessità e lo spazio per una compagnia di marca italiana» pur osservando che «non è possibile che possa essere al di fuori di un sistema di alleanze». Insomma, ha poi spiegato il ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani, l'Alitalia va rafforzata sul mercato interno affinchè abbia peso con i futuri partner. Parlando da «azionista, non da manager, perchè l'azionista deve avere una visione strategica», Padoa Schioppa - intervistato da Radio24 - prevede «una compagnia aerea che fa parte di un gruppo internazionale che tornerà a guadagnare in maniera stabile e che servirà all'Italia e ai viaggiatori italiani». Dal ministro è arrivata una nuova assicurazione sul fatto che «il governo si sta occupando di Alitalia». Bersani ha quindi spiegato che c'è l'interesse «a trovare soluzioni che consentano almeno in parte di avere un mercato interno che abbia una sua soggettività in chiave italiana». Alitalia deve «partecipare a progetti di alleanza a partire dal rafforzamento della nostra realtà e presenza - ha spiegato - che è una condizione indispensabile per mettere un equilibrio fra le risorse del mercato italiano e l'esigenza di collegarci ad altri soggetti di dimensioni internazionali». Nel futuro di Alitalia (ieri il titolo ha perso il 3,05% chiudendo a 0,88 euro) oltre alla possibile fusione con Air France, esistono progetti alternativi e non solo stranieri. «Ce ne sono, stiamo valutando tantissime cose in questo momento» ha assicurato Bersani. E, in risposta al numero uno di Air France, Jean Cyril Spinetta, che aveva detto che la compagnia francese non intende fare rapine, ma nemmeno operazioni che la indeboliscano, Bersani ha precisato che «nessuno aveva parlato di rapine, solo di progetti industriali». Non esiste solo Air France, quindi, «sono tutti in pista - ha detto il ministro - bisogna vedere quali progetti industriali emergono»: ci possono essere anche «passi formali» e dai dialoghi in corso «non si possono escludere i soggetti italiani», «industriali, di servizio e finanziari» e più in generale «di altro tipo». Più netto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, secondo cui per Alitalia «o si fa una rivisitazione profonda del progetto imprenditoriale o, se dovesse rimanere una realtà assistita, è meglio che porti i libri in tribunale». Intanto, su Malpensa è intervenuto il premier Prodi affermando che le difficoltà dell'hub dipendono soprattutto dai collegamenti «perchè se ci fossero treni da tutta la regione in grado di collegare l'aeroporto in un'ora e mezza e si potesse fare il check-in a bordo non sarebbe una cosa avveniristica. Malpensa avrebbe un bacino enorme».