di GIOVANNI LOMBARDO SI RIACCENDE lo scontro tra Roma e Milano sugli aeroporti.
Una posizione condivisa anche dal numero uno di Aeroporti di Roma, Maurizio Basile. Ma dal capoluogo lombardo il Governatore della Regione, Roberto Formigoni, ha alzato subito le barricate e ha ribadito la sua contrarietà all'ipotesi di escludere Malpensa dalle rotte internazionali. Il Governo è intervenuto a placare gli animi. «Il problema di Alitalia non verrà risolto in un derby tra Roma e Milano», ha detto ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta al termine della riunione del «Tavolo Milano» a cui ha partecipato insieme al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi e allo stesso Formigoni. «Non abbiamo mai pensato di chiudere l'hub milanese - ha proseguito Letta - Stiamo lavorando per un futuro concreto di Malpensa nell'ambito del sistema dei trasporti nazionali». Sulla stessa linea Bianchi, che ha sottolineato come dare vita a uno scontro tra Fiumicino e Malpensa sarebbe «la cosa più sciocca da fare». Il ministro dei Trasporti ha poi precisato le intenzioni dell'Esecutivo: «Ci sono due grandi aeroporti e bisogna essere capaci di trovare le funzioni per entrambi, questo è l'obiettivo, e penso che ci riusciremo». Un obiettivo che il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha dichiarato di condividere. Da Milano Formigoni ribadisce: «Ad Alitalia chiediamo di mantenere fede agli impegni assunti: dotare Malpensa di una base operativa, aumentare i voli sulle rotte internazionali e far cessare gli imbarchi degli equipaggi che ogni giorno da Roma vengono a prendere servizio a Malpensa». Da Roma il presidente della Regione Lazio, intervenendo a un convegno della Uil Trasporti, ha precisato: «La nostra posizione non è contro Malpensa, ma è per Fiumicino». Per Marrazzo valorizzare lo scalo capitolino risponde a una «logica di mercato». Netta anche la posizione del numero uno di Adr, Basile, secondo cui «l'errore» è stato fatto in passato, quando ad Alitalia è stato chiesto di sostenere contemporaneamente «l'avviamento di due grandi aeroporti». Sarebbe stato meglio, ha spiegato, «prima focalizzarsi su uno scalo fino a farlo diventare un vero hub» e poi «sostenere l'avvio di un secondo». Oggi bisogna sostenere Alitalia, continua Basile, che vive una difficile crisi, e la compagnia non è «strutturalmente in grado di operare su due scali intercontinentali. Piaccia o non piaccia - ha detto il manager - questa è la verità».