Trenitalia fuori binario senza nuovi fondi
L'azienda è «sull'orlo del fallimento» e per evitarlo sono necessari 4 miliardi di euro in 4 anni. Non usano mezzi termini i nuovi vertici delle Ferrovie dello Stato, l'amministratore delegato Mauro Moretti e il presidente Innocenzo Cipolletta che ieri, in audizione al Senato, hanno illustrato la drammatica situazione dei conti dell'azienda. «Le Ferrovie si sono svenate, non hanno più risorse e lo sbilancio è tale che non permette più di andare avanti in una situazione di indebitamento finanziario», ha detto Moretti alla Commissione Lavori Pubblici di palazzo Madama. «Per Trenitalia la ricapitalizzazione è assolutamente necessaria» ha proseguito il manager. Cipolletta ha invece ricordato che il piano industriale del gruppo verrà presentato dopo il varo della Finanziaria «quando avremo chiaro il quadro delle risorse disponibili». Il presidente di Fs ha presentato le voci del fabbisogno complessivo dell'azienda: in totale 6,1 miliardi, suddivisi in 3,5 miliardi per il completamento dell'Alta velocità, 1,4 miliardi vanno agli investimenti e alla rete tradizionale, 500 milioni alle convenzioni, altri 700 milioni per la ricapitalizzazione di Trenitalia. Governo pronto a intervenire. I vertici di Fs sperano in un intervento risolutore da parte del Governo. «Dobbiamo provvedere, è un rischio grosso - ha commentato ieri il premier Romano Prodi - Ho detto chiaramente che si sono lasciati apposta sei miliardi di euro per le strutture ferroviarie (cioè le risorse per le grandi opere di cui manca il finanziamento, ndr)». Amaro il commento del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro: «Oggi scopriamo che anche Trenitalia deve portare i libri in tribunale» facendo riferimento alle altre situazioni di crisi come Anas e Alitalia. Sul fronte sindacale la tensione è alta. «L'allarme lanciato dai vertici delle Ferrovie conferma tutte le nostre preoccupazioni», ha sottolineato il segretario generale della Filt Cgil, Fabrizio Solari rilevando che «si chiude il cerchio rispetto alla grave situazione che investe anche Alitalia, il trasporto pubblico locale e la compagnia di navigazione Tirrenia» e quindi «l'ipotesi di uno sciopero generale nel settore dei trasporti, purtroppo, diventa sempre più realistica». Conti al tracollo. Moretti ha ricordato che per un'operazione «solida e non congiunturale» su Trenitalia, che nel corso dell'anno per due volte ha rischiato di portare i libri in tribunale per perdite oltre un terzo del capitale, serve un miliardo l'anno per 4 anni: «anche per far fronte alla necessità di rinnovare i treni. Sono i conti della serva - dice l'amministratore delegato - ogni carrozza costa più di un milione, ne servono migliaia per il solo trasporto locale». La crisi finanziaria di Trenitalia - che chiuderà l'anno con un buco di 1.707 milioni di euro - e di tutto il gruppo con previsioni di fine bilancio ancora più gravi, muove da una serie di concause, non escluse naturalmente la serie di inefficienze nella gestione interna. A dare il colpo finale, i pesanti tagli della finanziaria 2006 e i mancati trasferimenti dai contratti di programma. Il taglio è stato pari a 500 milioni di euro per Rfi e 100 milioni per Trenitalia.