di EMANUELA ZONCU I RUSSI dal 2007 potranno vendere gas in Italia, in cambio, Eni si assicura il metano fino al 2035.
Una sorta di sogno che si realizza per i russi, quello di «invadere» il mercato italiano e un punto in più guadagnato dal Belpaese per fare fronte a nuove crisi energetiche. In base all'accordo la società guidata da Polo Scaroni potrà anche sbarcare nell'estrazione in Russia e prendere posto, assieme a Enel, nella partita-Yukos (il gigante russo in dismissione). Un'intesa, quella firmata ieri dall'amministratore delegato del «Cane a sei zampe» e dal numero uno del colosso energetico russo, Aleksey Miller giudicata dal presidente del consiglio Romano Prodi «molto importante» perché «ci dà sicurezza di lungo periodo». E premiata dal mercato, con un progresso del titolo Eni pari allo 0,58% a quota 24,84. L'ultima parola sulla vicenda spetta comunque al presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, ma intanto, l'accordo ha ricevuto anche il plauso del ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersanl'ha definito «di grande rilievo», anche se le condizioni «dovranno essere valutate nel concreto, anche dalle autorità competenti sotto il profilo della concorrenza» e lo stesso Governo «è interessato a considerare le condizioni di reciprocità previste dall'accordo». Nel dettaglio, vengono prorogati fino al 2035 tre contratti di fornitura in scadenza nel 2017 (per 15 miliardi di metri cubi) e nel 2021 e 2022 (per altri 10 miliardi di metri cubi). Attraverso il potenziamento del gasdotto con la Russia l'Italia potrà insomma contare su forniture più certe, anche se i progetti con Gazprom non riguardano gli impianti di rigassificazione - ha spiegato Scaroni - mentre «prevediamo di impegnarci sulla liquefazione». Poi la vicenda Yukos: sul piatto c'è ArcticGaz, la filiale del gas che verrà messa sul mercato e che è contesa da un consorzio che vede Eni al fianco di Enel e del partner russo Esn. Consorzio al quale, in teoria, Gazprom avrebbe potuto sbarrare la strada. Ma sul fronte russo l'offensiva italiana punta anche al petrolio: «Eni e Gazprom - ha spiegato Scaroni - acquisiranno congiuntamente asset petroliferi in Russia». Il più importante vantaggio per Gazprom è invece lo sbarco nella distribuzione finale di gas in Italia. Mentre «non è previsto nessun ingresso in Snam Rete Gas», ha precisato Scaroni, ma «un loro ingresso in Enipower anche se con una quota di minoranza».