Benetton, i vertici lasciano e il titolo affonda
Il gruppo chiave che attraverso una serie di partecipazioni è al centro dei giochi economici di questi ultimi mesi (la famiglia è azionista di Olimpia che controlla Telecom e di Autostrade al centro della fusione con Abertis) ieri ha subìto un vero e proprio terremoto finanziario. A tremare è stata una delle controllate, la Benetton group, la società di abbigliamento da cui partì l'avventura della famiglia di Ponzano Veneto. Ieri l'amministratore delegato della società di abbigliamento, Silvano Cassano, e il direttore finanziario, Pier Francesco Facchini, si sono dimessi e la notizia, uscita nel primo pomeriggio dal cda riunito sulla trimestrale, ha avuto un pesante contraccolpo in Borsa, dove il titolo si è scivolato e ha concluso la seduta in calo dell'8,14% a 14,1 euro. A dispetto dei buoni dati dei nove mesi e della conferma delle previsioni per l'intero anno, è stato il timore di un vuoto di potere a spaventare il mercato. «La decisione sulle dimissioni è legata a una diversa visione sull'espansione all'estero», ha affermato l'investor relator di Benetton Group, Mara Di Giorgio. Cassano, arrivato nel marzo 2003 al vertice della società, aveva «gestito e concluso la fase triennale di razionalizzazione e riorganizzazione prevista dal suo mandato», ha spiegato inoltre una nota della società che, per non dare l'impressione di una rottura, continuerà ad avere l'ex amministratore delegato in Cda. La priorità del gruppo intanto - è stato sottolineato durante la conference call - è di trovare un nuovo direttore finanziario al posto di Facchini, che si sarebbe dimesso per motivi personali. Entro maggio il gruppo cercherà anche un amministratore delegato, «probabilmente esterno». È difficile invece che la carica possa essere affidata ad Alessandro Benetton, vicepresidente con ampie deleghe e candidato di recente a prendere il timone del gruppo dal padre Luciano, attuale presidente di Benetton Group. Nel frattempo la continuità operativa sarà in ogni caso assicurata dagli altri manager della società, mentre quella strategica sarà garantita da Luciano e dallo stesso Alessandro. Ieri, intanto, i primi nove mesi, si sono chiusi con un utile netto di 94 milioni e ricavi consolidati per 1.372 milioni, (entrambi in crescita del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso). Autostrade. Altre notizie per la famiglia di Ponzano Veneto sono arrivate dall'Europa. Bruxelles ha, infatti, alzato il cartellino giallo contro il governo italiano sul caso Autostrade-Abertis. Oggi a Strasburgo il collegio dei commissari dell'esecutivo comunitario aprirà la procedura di infrazione contro l'esecutivo per la gestione della vicenda della fusione tra la società spagnola e quella italiana. Uno stop da parte dell'Ue che non ha scalfito il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che ha affermato: «il caso Autostrade-Abertis non esiste».