Fusione con Abertis
Autostrade, segnali di pace al Governo Martedì la procedura d'infrazione
Ne sono convinti i presidenti delle due società, Gian Maria Gros-Pietro e Salvador Alemany che mostrano un certo ottimismo per aver trovato un inaspettato alleato nel ministro degli Esteri italiano, a pochi giorni dalla proceduta d'infrazione che Bruxelles avvierà contro l'Italia per gli ostacoli frapposti all'operazione. «Incoraggianti». Così Gros-Pietro ha definito le dichiarazioni di D'Alema. «Se il segnale è quello di lavorare in direzione di un accordo, noi non chiediamo di meglio», ha detto. Anche Alemany conta molto sull'appoggio che il ministro degli Esteri può dare alla causa: «Conosco il punto di vista di D'Alema - ha spiegato - e sono assolutamente convinto che il ministro degli esteri pensa che quello Abertis-Autostrade sia un progetto molto importante per la Spagna, per l'Italia, per le relazioni tra i due paesi e anche per la progettazione di un sistema coerente con una rete autostradale unica europea». Il manager iberico si è poi detto «assolutamente sicuro che D'Alema collaborerà per trovare una soluzione ai problemi che ancora abbiamo sul tavolo». Il problema da superare, Alemany lo ha ribadito per l'ennesima volta, è quello della riforma delle concessioni autostradali, inserita nel decreto che accompagna la Finanziaria, contro cui si è scagliato appena due giorni fa lo stesso Cda di Autostrade, decidendo di intraprendere azioni di risarcimento contro il governo per gli ostacoli posti all'operazione: una decisione, quest'ultima, che Gros-Pietro invita a non interpretare «come un'azione contro il governo». Secondo il numero uno di Autostrade, infatti, si tratta invece di «un'azione dovuta, nel momento in cui vengono prese delle decisioni, c'è da supporre nell'interesse pubblico, che però danneggiano qualcuno. Allora questo qualcuno ha diritto di essere indennizzato».