di FILIPPO CALERI MANCAVA solo un elemento per dire che il piano di rilancio della Fiat targato Marchionne ...
L'ad del Lingotto ha confermato che «il piano prevede che cominceremo a pagare i dividendi nel 2007». A disposizione una cifra superiore ai 800 milioni di euro. La missione è dunque conclusa per il manager che nel giro di tre anni è riuscito a capovolgere il destino del gruppo automobilistico, al punto da fargli annunciare ieri, nelle seconda giornata di presentazione del piano industriale 2007-2010 agli analisti, di voler fare un passo indietro alla guida della Fiat. Solo della parte Auto, però. Una dichiarazione che in un primo tempo ha lasciato di sasso la platea e che prima di essere chiarita ha fatto fare un tonfo in Borsa al titolo che ha perso l'1,63%, chiudendo sotto la soglia dei 15 euro, a 14,96, dopo una giornata di scambi intensi che hanno interessato il 7,3% del capitale ordinario. Poi la precisazione: lascio l'auto ma non il gruppo. Un incidente di percorso che non tocca il fatto che la Fiat ha definitivamente lasciato la crisi alle spalle e si prepara a far partire un piano strategico aggressivo e obiettivi ambiziosi. L'ad ha illustrato i punti cardine del settore Auto e le previsioni complessive del gruppo. Marchionne ha corretto subito al rialzo la stima 2006 dell'utile gestionale da 250 a 275 milioni di euro. E ha poi spiegato che per il 2010 prevede un fatturato del gruppo di oltre 67 miliardi, con un tasso annuo di crescita medio del 7,6%, miglioramento di tutti i business per tutti gli anni, utile netto di 3,5 miliardi, investimenti per 16 miliardi. Ma soprattutto niente più debiti e oltre 3 miliardi di liquidità. Dal prossimo anno poi torneranno i dividendi, per complessivi 2 miliardi nel periodo del piano ipotizzando una percentuale pari al 25% dell'utile: 800 milioni di euro sono previsti già per il prossimo anno. La crescita continua ad essere trainata dall'Auto: l'obiettivo è arrivare a 2.800.000 vetture vendute nel 2010 (3.500.000 se si considerano anche le joint venture), con 300.000 Alfa e 300.000 Lancia, puntando a una quota del 35% in Italia e dell'11% in Europa (oggi sono rispettivamente poco oltre il 30% e intorno all'8%). Nei prossimi anni ci sarà il lancio di 23 nuovi modelli e 23 saranno anche i restyling.