Autostrade, Bruxelles contro Di Pietro

Ieri commissario Ue al Mercato interno Charlie McCreevy non ha fatto sconti al commportamento del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro sulla vicenda e ha annunciato «l'intenzione di aprire la procedura di infrazione contro l'Italia, per aver ostacolato la fusione Autostrade-Abertis». Il motivo che sta alla base delle decisione è quello per cui gli ostacoli posti dall'Esecutivo italiano alla fusione del gruppo italiano con la pretendente spagnola Abertis rappresentano «una restrizione della libera circolazione dei capitali», ha spiegato il commissario europeo. Che ha lasciato la porta aperta a una possibile soluzione prima che la Corte Ue affronti il caso. «Nel dialogo con le autorità la questione può essere risolta» ha aggiunto McCreevy. L'affondo dell'Unione Europea non ha scosso Di Pietro: «Una cosa è una procedura, un'altra cosa è un risultato» ha detto il ministro prima dell'incontro con il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, a Bruxelles. Un meeting che ha segnato un punto a favore di Di Pietro che si è dichiarato «soddisfatto» dell'esito: «La Kroes riconosce il diritto dell'Italia a valutare gli interessi nazionali nel valutare una fusione» ha dichiarato Di Pietro. «A me, come Stato italiano, interessava, interessa e di questo sono soddisfatto, che la Commissione europea, riconosca il diritto nazionale a valutare per interessi nazionali che una concessione (autostradale, ndr) non sia automaticamente trasferita sulla base di una mera realizzazione di una fusione», ha spiegato il titolare del dicastero di Porta Pia. «Stabilito questo principio, è ovvio che si deve entrare nel merito della questione, il che finora non era stato possibile perché c'era un motivo di legittimità - ha proseguito Di Pietro: «Cioè non potevano partecipare le società di concessione». A questo punto, «rimosso il motivo di legittimità, oggi noi siamo pronti a valutare nel merito questa fusione, cioè se ha ragioni ostative, se ci devono essere delle prescrizioni, se ci devono essere delle condizioni - ha dichiarato Di Pietro. Per poterlo fare abbiamo bisogno che la società si faccia carico di darci le informazioni relative». «A meno che - ha concluso, la società non ritenga invece di far valere ancora la sua pretesa di avere un trasferimento automatico della concessione così come ha richiesto al Tar in Italia, e il Tar ha fissato al 6 dicembre questa decisione. È chiaro che la società può scegliere queste due strade». I segnali di disgelo da parte del gruppo Autostrade non son mancati. Con riferimento al dividendo straordinario previsto nel progetto di fusione tra Autostrade e Abertis, il presidente di Schemaventotto,(azionista di controllo del gruppo stradale) Giuseppe Piaggio, ha ricordato ieri che «nelle settimane successive all'annuncio dell'operazione, tutti i soci italiani della Società si sono espressi favorevolmente sul reinvestimento di tale dividendo per acquistare pro-quota le azioni Schemaventotto detenute dal socio Abertis, pari al 13,33% del capitale». Tale volontà è stata più volte ribadita alle Istituzioni italiane. Mediante tale reinvestimento, Schemaventotto verrebbe a detenere circa il 25% di Abertis post fusione, risultando il primo azionista della nuova società. «Rimane da verificare» - ha concluso Piaggio - «la disponibilità dei soci a reinvestire un importo così rilevante alla luce del recente articolo 12 del Decreto Legge 262, proposto dal Governo Italiano. Sono tuttavia fiducioso che i soci confermeranno tale interesse, qualora vengano meno gli ostacoli che attualmente impediscono la realizzazione della fusione». Intanto in Borsa il titolotitolo ha iniziato la crescita appena diffusa la notizia per finire, appena al di sotto dei massimi della giornata, a 23,84 euro (+3,56%).