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di FILIPPO CALERI NON FINISCE il risiko bancario in Italia.

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Nei giorni scorsi le voci hanno indicato in movimento Unicredit, ipotesi smentita. Mentre da tempo si vocifera di un'alleanza possibile tra Roma e il Monte dei Paschi di Siena diretto da Giuseppe Mussari. Ieri però il Monte ha rubato la prima scena a Capitalia dopo che le indiscrezioni di stampa e operatori di mercato hanno scommesso su un pressing di Abn Amro per le nozze con Rocca Salimbenti. Le speculazioni sono arrivate da Padova, dove Antonveneta, ormai il braccio operativo italiano degli olandesi, non ha fatto mistero di essere pronta e disponibile per nuove fusioni. Da tempo il mercato guarda in direzione di Capitalia, e dopo il no di Cesare Geronzi alle nozze con Amsterdam, anche a Siena. Secondo alcuni analisti, inoltre, il progetto ideale potrebbe essere addirittura un'unione a tre Siena-Padova-Roma, sotto la guida dell'a.d. capitolino Matteo Arpe nella riproposizione del modello Intesa prima dell'operazione del Sanpaolò, ovvero un'azionariato diviso tra una fondazione italiana forte, un socio straniero altrettanto forte, e una serie di imprenditori legati al territorio. Dopo le dichiarazioni di Geronzi, però, è evidente lo stop, al momento, ad ogni integrazione, in qualsiasi forma, tra Capitalia e Abn perchè sarebbe considerata ostile. E dal quartier generale degli olandesi hanno sempre spiegato di non voler procedere ad aggregazioni non concordate. Nel giorno dell'inaugurazione del nuovo marchio della banca patavina l'amministratore delegato Piero Montani ha spiegato tuttavia che la banca è pronta per nuove fusioni, «decide l'azionista, ma noi siamo pronti». Da Padova il presidente Augusto Fantozzi, si è spinto oltre citando anche Rocca Salimbeni tra gli orizzonti di un eventuale interesse del gruppo. Le azioni dell'istituto toscano sono schizzate immediatamente in Borsa in cui a fine seduta è stato registrato un balzo del 3,49% a 4,94 euro per Mps, e un rialzo dello 0,93% per Capitalia a 7,176 euro, dopo un inizio ancora più scoppiettante

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