Investimenti, cresce la voglia di mattone
Dall'indagine Ipsos presentata dall'Acri alla vigilia della 82esima a giornata Mondiale del Risparmio, gli italiani si confermano comunque un popolo di risparmiatori, almeno nelle intenzioni. Un terzo di loro infatti, non riesce ad accantonare nulla, mentre la metà dichiara solo di voler iniziare a mettere da parte qualcosa. Rispetto all'anno precedente, rimane costante il dato del 37%, riferito a coloro che dicono di riuscire a risparmiare. Indicativo anche l'aumento, dal 22% al 26%, di chi dichiara di aver consumato più di quanto guadagnato, confermandosi così l'andamento al rialzo dello stato di indebitamento della famiglie. Se da un lato è confermata la tendenza al risparmio da parte degli italiani, dall'altro però, sembra emergere con maggiore chiarezza la bassa propensione ad investire i propri risparmi in strumenti finanziari. Su questo fronte, nonostante il 70% del campione considerato dalla ricerca Ipsos continui a dichiararsi poco esperto in materia finanziaria, ben il 50% dichiara di scegliere autonomamente riguardo alle proprie strategie d'investimento, dopo essersi comunque confrontato con un esperto, mentre il 19% decide liberante, senza alcuna forma di consulenza. A conferma di questo atteggiamento, si pone il dato relativo all'appeal dell'investimento immobiliare, che ad oggi continua ad attirare il 70% dei risparmiatori, rispetto al 66% rilevato invece lo scorso anno. Questa gestione indipendente dei propri risparmi, non deve trarre in inganno riguardo all'importanza che gli italiani vi attribuiscono, sia con riferimento alla propria sicurezza economica sia a quella emotiva. È proprio sul fronte emotivo che si ricollega anche il dato riferito alla percezione di sicurezza e trasparenza che vige attualmente sull'intero sistema. Infatti, il 71% del campione ritiene di essere disposto ad accettare una minore efficienza in cambio di un maggiore e più serrato sistema di controllo, al fine di scongiurare le truffe che in passato hanno minacciato la fiducia di migliaia di risparmiatori. Insomma, emerge in modo chiaro che gli scandali finanziari avvenuti nel recente passato non sono stati ancora del tutto metabolizzati dalle famiglie italiane che anzi, ritengono che le attuali misure siano comunque insufficienti a garantire la sicurezza del sistema risparmio in Italia. In questo scenario, il 51% del campione ritiene, al contrario del più modesto 37%, inefficace l'attuale sistema di controlli, inefficacia basata anche sull'incapacità del mercato di auto-regolamentarsi. Poco interessanti appaiono pertanto, le attuali norme che puntano ad una maggiore apertura e concorrenza dell'intero sistema, aperture all'estero che, sempre maggiormente, sono motivo di ulteriore sfiducia da parte delle famiglie italiane. In questo contesto di sfiducia nei confronti delle regole attuali, trova giustificazione il timore relativo al destino del proprio Tfr. Per Giuseppe Guazzetti, presidente dell'Acri, l'associazione che riunisce le fondazioni bancarie, è necessario che istituzioni ed intermediari concentrino i propri sforzi, affinché si ristabilisca un rapporto di fiducia con i consumatori.