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di PIETRO MORONI FINALMENTE ha un nome: il gigante figlio del matrimonio bancario dell'anno, tra Banca ...

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Dal marchio del gruppo torinese quello nuovo prenderà la grafica dei caratteri e l'ormai caratteristico colore verde. Milano porterà invece in dote al nuovo marchio il particolare logo con l'acquedotto, scelto come simbolo di solidità e dinamismo dal presidente Giovanni Bazoli al tempo dell'unione tra Ambroveneto e Cariplo da cui è nata Intesa. Intanto, i due istituti sono pronti a chiedere il via libera dai soci all'assemblea del primo dicembre. Secondo la relazione predisposta per l'assemblea dal cda Intesa la superbanca non solo sarà «la migliore banca italiana, ma il vettore del rafforzamento del sistema bancario nazionale, per renderlo in grado di affrontare una competizione europea sempre più concorrenziale». Quanto al SanPaolo, secondo la relazione preparata a Torino, «una crescita organica in Italia non sembra idonea ad assicurare quel salto dimensionale in grado di far conseguire al gruppo né una nuova scala produttiva né, soprattutto, quell'effetto di crescita dell'efficacia commerciale che è proprio di banche fortemente radicate territorialmente» Dai documenti predisposti per l'assemblea emergono ulteriori dettagli sulle quote degli azionisti già oggi nel capitale ma non aderenti ad alcuno dei diversi patti parasociali. Capitalia, entrata nel capitale di Intesa con una mossa difensivo-preventiva escogitata dall'ad Matteo Arpe, avrà l'1%. Mediobanca sarà allo 0,8% ed Mps allo 0,7%. Alla accomandita della famiglia Agnelli farà capo il 2,4%, mentre alla Reale Mutua lo 0,7%. L'accordo dell'aprile 2004 tra Compagnia Sanpaolo, Fondazione Cassa Risparmio Padova e Rovigo, Fondazione Carisbo, Santander e Cdc Ixis «cesserà di avere efficacia al momento della fusione» del Sanpaolo con Intesa.

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