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di PIETRO MORONI BANKITALIA dice sì alla fusione tra Intesa e SanPaolo Imi.

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Da Madrid, intanto, il Santander ha fatto sapere di considerare aperte tutte le opzioni sulla propria partecipazione nella banca presieduta da Enrico Salza. Una notizia che anche innescato una breve fiammata in Borsa sul SanPaolo, giunto a guadagnare fino al 3,54% (poi ha chiuso in calo dello 0,02%). Fino a quando, almeno, gli spagnoli non hanno escluso esplicitamente che tra tali opzioni ci sia il lancio di un'offerta pubblica sull'istituto di Piazza San Carlo. «Pensiamo che il contributo del SanPaolo all'operazione sia maggiore di quanto riconosciuto dall'attuale offerta», ha spiegato il direttore finanziario del Santander, Jose Antonio Alvarez, dando ancora una volta l'impressione di spingere soprattutto per una revisione del concambio. Sulla banca, ha spiegato quindi, «tutte le alternative sono possibili». Secondo quanto si è appreso Alvarez ha anche confermato che il Santander ha votato contro la fusione con Intesa nel consiglio che ha dato il definitivo via libera alle nozze che Milano, mentre ritiene ancora «aperte tutte le opzioni» circa il voto in assemblea. L'istituto spagnolo, azionista di SanPaolo con una quota dell'8,4% del capitale complessivo (4,2% post fusione), ha annunciato ieri utili trimestrali in crescita del 30% a 1,73 miliardi grazie in particolare ai buoni ricavi in America Latina e al taglio dei costi della controllata inglese Abbey National. Il gruppo considera l'Italia un mercato molto interessante, con buoni margini di redditività. Un'indicazione, che non fa che confermare l'attesa che gli spagnoli puntino a un accordo con la superbanca, simile all'intesa raggiunta tra i francesi del Credit Agricole e Banca Intesa. Il margine per una trattativa sembra comunque esserci. Nel frattempo, dovrebbero venir convocate in contemporanea per il primo dicembre (la prima convocazione dovrebbe essere in realtà per il 30 novembre) le assemblee delle due banche che dovranno approvare la fusione. Eventuali aggiustamenti ai piani dei due istituti, comunque, potrebbero emergere prima di allora: già il 10 novembre è in agenda il cda del SanPaolo sulla trimestrale, mentre per il 14 è stato programmato quello di Intesa.

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