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Professioni, il dibattito sulla previdenza

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Nuove regole e competenze per i geometri

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Senza una maggiore chiarezza sul futuro delle professioni, le ottime performance finanziarie registrate dall'istituto guidato da Fausto Savoldi potrebbero infatti non essere sufficienti a garantire l'adeguatezza della pensione di oltre cento mila iscritti. Di qui la necessità di un confronto serrato con il governo, come emerso ieri da un convegno promosso dall'ente previdenziale dei geometri. Dopo il fallimento della riforma Vietti e il varo del recente decreto Bersani, i geometri hanno messo in fila i problemi della loro professione, chiedendo nuove regole e competenze. Le cifre della Cassa, che oggi conta una sostenibilità di oltre 35 anni, sono infatti solo la base di partenza per il rilancio di una professione con ancora importanti margini di crescita: dalle certificazioni di qualità alla formazione, alla tutela ambientale. Unica condizione - è stato sostenuto nel dibattito con Enrico La Loggia, Giovanni Battafarano e Alberto Brambilla - una maggiore concertazione sul futuro delle professioni e la conferma dell'autonomia della Cassa. In cambio i geometri si sono detti disponibili al varo di un albo unico delle professioni tecniche intermedie e, se necessario, anche a una eventuale concentrazione delle Casse, a patto però di adeguati sostegni fiscali.

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