Alitalia, Bianchi boccia il piano di Cimoli
Il ministro dei Trasporti: «Le prime mosse non tengono conto delle indicazioni del Governo»
Due strade parallele. Per Alitalia le mosse decise in consiglio di amministrazione, e gestite dal presidente ed amministratore delegato Giancarlo Cimoli, sono in piena sintonia con le prime indicazioni arrivate dal governo. Non sembrano però convincere del tutto il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, che parla di «indirizzo assunto dall'azienda in autonomia», e del rischio di «scostamenti tra i due percorsi». Di certo la strada non potrà essere quella di nuovi aiuti pubblici, che peraltro incorrerebbe nel no di Bruxelles. «L'epoca degli interventi statali è finita da tempo. E mi pare anche giusto cosi», indica il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa: «Il governo come principale azionista dell'Alitalia (il Tesoro ha il 49,9%) cercherà di trovare una soluzione nell'ottica di mercato, e questo vuol dire che le regole del mercato saranno rispettate in ogni caso». In questo contesto, necessariamente interlocutorio, il mercato stenta a ritrovare fiducia: il titolo Alitalia, ancora debole oggi in Borsa, ha chiuso con un prezzo di riferimento in flessione dell'1,69%, a 0,77 euro. Dopo il picco di marzo, quando il titolo è tornato a sfiorare 1,3 euro, a Piazza Affari il prezzo è da maggio sotto quota un euro, con un calo del 27,3% negli ultimi sei mesi. Esattamente un anno fa una azione era quotata a 1,766 euro: dopo 12 mesi vale il 54,44% in meno. Il mercato sembra voler vedere passi concreti prima di scommettere ancora sul rilancio della compagnia. Il cda di Alitalia ha indicato una direzione (l'obiettivo di stringere una alleanza forte con un altra compagnia. Ma anche una accelerazione su rinnovo della flotta, potenziamento della rete e taglio costi). E per mosse più strategiche c'è comunque da attendere il piano del governo. Intanto il ministro Bianchi, incontrando il presidente di Assaereo Fausto Cereti, ha avviato una serie di consultazioni per valutare i possibili interventi a livello dell'intero sistema del trasporto aereo nazionale. Ed ha commentato così le decisioni del Cda di Alitalia: «Non emerge una significativa attenzione per quanto è stato stabilito nell'ultimo incontro di palazzo Chigi del 10 ottobre», ed «in particolare, non si tiene conto dell' opportunità di legare strettamente la politica aziendale della compagnia con il più generale piano di riassetto del sistema del trasporto aereo del Paese al quale il ministero dei Trasporti sta lavorando». Il ministro spiega di augurarsi che «che ciò non determini significativi scostamenti tra i due percorsi. Se così fosse - aggiunge - questo non faciliterebbe certo la ricerca di soluzioni efficaci per un problema, come quello dell'intero sistema del trasporto aereo, che richiede la partecipazione attiva e responsabile di tutti i protagonisti». Nell'azionariato, intanto, ritoccano la partecipazione i fondi Newton Investment Management (dal 5,22% al 4,918%) e Walter Capital Management (dal 9,908 al 9,951%, di cui il 2,448% senza diritto di voto).