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Cardia critica le nuove regole europee sulle opa

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Il presidente della Consob: «Normativa infelice perché consente ampi spazi di manovra»

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Da Baveno, dove ha partecipato ad un incontro sulle liberalizzazioni promosso da Iniziativa Subalpina, associazione che fa capo all'esponente dell'Udc Michele Vietti, l'ha definita «abbastanza infelice perché consente larghi spazi di manovra». «Ogni Paese - ha detto - può recepirla nel modo che ritiene. L'Italia, ad esempio, lo deve ancora fare. Occorrono - ha aggiunto - regole certe, uguali per tutti e soprattutto applicate allo stesso modo. Oggi però si rischia un ritorno a soluzioni che non trovano certezza di essere applicate allo stesso modo». Parlando del criterio di reciprocità, Cardia si è chiesto: «Se una società è soggetta ad un'opa può valutarla e opporsi se la società che cerca di acquisirla non ha la stessa regolamentazione? La domanda esiste, una risposta la dovrà trovare il legislatore». Il presidente della Consob, in particolare, ha fatto riferimento alla vicenda Enel e a quando l'Autorità di controllo del mercato francese ha chiesto alla società italiana di pubblicare nel giro di 24 una nota sulla possibile opa su Suez. «La Francia - ha commentato - può rivolgere questo tipo di richiesta a qualsiasi soggetto interessato al lancio di un'opa nel proprio Paese dando anche precise indicazioni nei tempi e nei contenuti della risposta. Se quest'ultimi non sono rispettati per sei mesi la società interessata non può fare altre opa su società francesi. È un potere molto forte - ha aggiunto - che in questo caso si è attribuita la Consob francese. Se la normativa è applicata in eguale misura da tutti i Paesi allora non ci sono problemi, ma se alcuni la restringono allora bisogna chiedersi come comportarsi in assenza di regole chiare». Il presidente della Consob ha lanciato un altro messaggio: è necessario interrogarsi sui vantaggi e gli svantaggi che portano le fusioni bancarie. Il tutto davanti a esponenti politici ed economici italiani, tra cui il presidente del Sanpaolo Imi Enrico Salza, che ha guidato la fusione con Banca Intesa. «L'affermazione delle regole di mercato - ha precisato Cardia - che devono essere poche, certe, chiare e applicate da tutti, pone molte domande. La mia è una esposizione assolutamente neutrale, non faccio una scelta di campo ponendomi le domande. Ed allora - ha precisato - la fusione di banche ha portato o porta ad una tutela assoluta degli interessi del nostro Paese? Se noi parliamo di economia di mercato sì, se parliamo di sviluppo che potrebbe esserci di una maggiore economicità, si. Ma possono esserci solo vantaggi o possono essere svantaggi? E gli svantaggi possono essere superiori o inferiori ai vantaggi? Andranno a favore della popolazione, degli investitori o forse andranno a favore degli azionisti? Questa è una domanda che chi governa il Paese, chi ci vive, ognuno dal suo punto di vista, si deve porre».

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