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Secondo gli analisti manca la certezza che tutti i membri del cartello siano disposti a tenere fede all'accordo trovato a Doha

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L'oro nero, a New York, ieri è scivolato sotto i 57 dollari al barile, toccando i minimi degli ultimi undici mesi e chiudendo in calo del 2,7%, a 56,90 dollari barile. Sul fronte londinese, anche il Brent è sceso sotto i 60 dollari, a 59,67 dollari, con un calo di 1,20 dollari. Nessuna reazione quindi all'annuncio sul taglio della produzione giornaliera di 1,2 milioni di barili (che scenderà, dal primo novembre, a 26,3 milioni di barili al giorno). In soldoni, i prezzi dell'oro nero non riprendono quota a causa delle titubanze degli investitori sull'effettiva efficacia della decisione, nonostante il Venezuela si sia detto pronto a effettuare un'ulteriore riduzione di 300 mila barili al giorno entro il prossimo mese di dicembre. Secondo gli analisti, sebbene il taglio della produzione sia consistente, è necessario che i mercati siano convinti che a parte l'Arabia Saudita (che taglierà la produzione di 380 mila barili al giorno), anche gli altri membri del cartello facciano altrettanto. L'Indonesia, per esempio, vorrebbe essere esentata da qualsiasi sacrificio. Come dire, manca la fiducia che il patto venga davvero rispettato e sembra che la sola ricetta dell'Opec non sia più in grado di condizionare il prezzo. Il vertice di Doha del resto, ha dato il via libera a un calo della produzione ma non ha fatto chiarezza su come suddividere tale calo tra i Paesi produttori. E in questo senso, scetticismo sull'efficacia della decisione è stata espressa anche dall'Energy Information Administration, secondo cui «è molto improbabile» che tutti i membri del cartello taglieranno effettivamente la produzione di greggio. Insomma, la crescita sfrenata cominciata a gennaio 2005 si è interrotta lasciando spazio a scenari ribassisti che, per ora, neppure l'Opec è riuscito a bloccare. Intanto, lo stesso presidente dell'Opec e ministro dell'Energia della Nigeria, Edmund Dakoru, ritiene che una possibile nuova riduzione della produzione di greggio dipenderà dalle circostanze del mercato. Daukoru ha osservato che non si possono fare speculazioni su nuovi tagli alla produzione appunto perchè la decisione dipenderà dalla condizioni del mercato. Appena due giorni fa alcuni membri avevano ventilato la possibilità di un nuovo intervento nella prossima riunione Opec di dicembre, dopo il taglio appena deciso. Il presidente del cartello ha assicurato che l'organizzazione è preparata a fornire il greggio di cui il mercato ha bisogno.

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