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Ieri prese di beneficio

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Fiat, grandi manovre sul titolo Sale l'attesa per la trimestrale

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Anche ieri il Lingotto è stato al centro di un vortice di scambi. Che hanno coinvolto 65,6 milioni di titoli, pari al 6% del capitale ordinario. E che hanno fatto oscillare le azioni tra un massimo di 14,47 euro (+3%) e un minimo di 13,85 euro (-3,69%). A fine seduta, Fiat ha ripiegato dai 14 euro toccati ieri, perdendo l'1,52% a 13,83 euro, al termine di una tre giorni incandescente che ha visto passare di mano il 17% circa del capitale ordinario. Dalle sale operative la battuta d'arresto di ieri viene spiegata con «prese di beneficio», dopo due sedute segnate da rialzi, rispettivamente del 5,71% e del 3,87%, con l'11% circa del capitale scambiato. Un rally che sembrava dovesse ripetersi anche ieri, con il titolo che dopo i primi scambi arrivava a segnare un +3% a 14,47 euro, salvo poi correggere la rotta verso le 11 e scendere in modo repentino poco prima di mezzogiorno. Un movimento che nelle sale operative è stato spiegato con rumors su un grosso collocamento sul mercato di titoli da parte di un hedge fund. Il Lingotto resta così per il terzo giorno consecutivo nel bel mezzo di un vortice di interesse del mercato che, considerati i volumi monstre - spiegano nelle sale operative - non può che vedere in azione grandi investitori e fondi speculativi. Ma se sulla tipologia dei protagonisti sembrano esserci pochi dubbi, sul perchè di strappi così forti e volumi così imponenti nessuno si spinge oltre mere supposizioni. A scatenare la speculazione erano già state già le voci di una cessione di Iveco, accompagnate da quelle di incontri tra l'ad, Sergio Marchionne, e alcuni gestori di fondi, e da un report di Intermonte che promuoveva il titolo con il giudizio «buy» (comprare) e alzava il prezzo obiettivo da 14 a 18 euro, pronosticando risultati in crescita e promuovendo l'ipotesi di uno scorporo di asset (l'Auto, Iveco, Cnh) da valorizzare autonomamente. Ma Fiat da parte sua era intervenuta con una nota in cui affermava «di non essere a conoscenza di informazioni» in grado di spiegare l'andamento del titolo, smentendo inoltre le voci di «cessioni di asset a eccezione di quelle già comunicate al mercato». Il faro è comunque puntato sulla trimestrale che verrà approvata giovedì prossimo, e sugli incontri dell'8 e 9 novembre con la comunità finanziaria in cui Marchionne relazionerà sulla «situazione del gruppo» e sull' «aggiornamento del piano industriale».

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