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Aggiornato il piano Nessun intervento sui due aeroporti di Fiumicino e Malpensa

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Il presidente e amministratore delegato della compagnia avrà la possibilità di giocare le ultime carte e di tentare di salvare l'aviolinea dal baratro. E ieri ha illustrato al cda la strategia per il risanamento e il rilancio dell'azienda concordata con il Governo. Mettendo sul tavolo l'aggiornamento del piano industriale in vista della nuova alleanza «strutturale». Vale a dire: il progetto di rilancio è legato alla scelta del nuovo partner. E il cda ha dato mandato a Cimoli di passare al vaglio le possibili alternative. Dalla riunione di ieri non è emersa nessuna decisione sullo scontro tra i due Hub di Fiumicino e Malpensa. Non si è parlato, infatti, di un ridimensionamento di Milano a favore di Roma. E dall'esame dei conti è risultato che la società può contare su risorse «sufficienti per almeno 12 mesi». Il cda di Alitalia, inoltre, ha cooptato Giovanni Sabatini, dirigente generale del Tesoro. La strategia. È stata confermata, dunque, la struttura del piano industriale articolata in due fasi, risanamento e rilancio. Tra i punti chiave, anche «l'ingresso di nuovi aeromobili» per aumentare la capacità di offerta e ridurre l'età media della flotta. E una riduzione dei costi confermando l'obiettivo di un taglio fino al 24% (escluse le spese per il carburante) «attraverso progetti di efficientamento» ed «un migliore utilizzo delle risorse». «Ridisegno della rete» e «sviluppo della flotta» porteranno, stima Alitalia, nel corso del piano ad «una espansione dell'attività» distribuita su tutti gli scali dove la compagnia opera. L'aggiornamento delle linee strategiche esaminato ieri dal Cda, indica la compagnia, «avviene in una logica di continuità rispetto al recente passato». Alitalia conferma, comunque, quanto dichiarato nelle relazione semestrale al 30 giugno, e cioè che si attende per il secondo semestre dell'anno il conseguimento di un risultato operativo e netto in utile. I conti.. Minore capacità offerta, aumento del costo del carburante, costo del lavoro «disallineato»: questi i tre punti critici rilevati dal cda di Alitalia attuata che ieri ha anche esaminato i conti. Nel periodo gennaio-agosto, i ricavi della società evidenziano una «differenza negativa» di 82 milioni di euro rispetto al budget 2006. I ricavi consolidati sono stati pari a circa 3.101 milioni di euro. Il costo del carburante è stato pari a 678 milioni di euro. Costo, puntualizza Alitalia, che «è stato più elevato rispetto a quanto originariamente previsto 25 milioni di euro, anche a causa del picco raggiunto dalle quotazioni del greggio degli ultimi mesi (quasi 80 dollari a barile)». Inoltre, il costo del lavoro, pari a 510 milioni di euro, «risulta disallineato per circa 40 milioni di euro rispetto all'obiettivo di piano nei primi 8 mesi del 2006». In calo anche il numero di passeggeri: a settembre sono scesi da 2,240 milioni a 2,205 milioni, con una diminuzione dell'1,6% rispetto allo stesso mese del 2005. In merito al trasporto merci, «il cargo ha confermato la forte crescita degli ultimi mesi» con un incremento del 24,1% rispetto al settembre 2005.

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