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Autostrade frena sulla nuova autorizzazione

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Gros Pietro dice no alla presentazione di una richiesta aggiuntiva per la fusione con Abertis

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Perché la replica del presidente di Autostrade al capo del dicastero Antonio Di Pietro sulla domanda di autorizzazione per il tarsferimento della concessione ad Auto-Abertis è arrivata dopo un giorno. Fatto sta che Autostrade dà picche a Di Pietro e dice sostanzialmente di non essere messa in condizione di presentare una nuova domanda. Ma ritiene ancora possibile rispettare i tempi previsti per quella fusione con il gruppo spagnolo Abertis annunciata a Borse chiuse e in un momento di vuoto governativo. «Ci proviamo», ha detto il presidente Gian Maria Gros-Pietro, sottolineando che «non è detto» che si debba arrivare a un rinvio del termine fissato per il 31 dicembre prossimo. I nodi da sciogliere però, prima di arrivare a quella data, sono ancora tanti. Il nuovo altolà dell'Esecutivo, nonostante il via libera di Prodi da Madrid, riguarda proprio la nuova richiesta di autorizzazione relativa al trasferimento della concessione al colosso che dovrebbe nascere dalle nozze italo-spagnole. Quindi ai contenuti del nuovo modello unico di convenzione, inserito nel decreto che accompagna la Finanziaria. «Non siamo in grado di presentarla - ha detto Gros-Pietro - perchè comporterebbe un passaggio immediato dalla convenzione in vigore di cui sappiamo tutto a una nuova di cui non sappiamo nulla. Fino a quando non saranno note le linee della nuova convenzione gli amministratori incorrerebbero in una grave responsabilità se avanzassero una domanda che comporta automaticamente l'ingresso in un nuovo regime di cui non si sa nulla». Inoltre, aggiunge, «Autostrade una domanda l'ha già fatta ed è stata respinta per motivi di legittimità che adesso non esistono più, quindi - dice Gros-Pietro - riteniamo che quella domanda abbia sempre la sua efficacia». Il riferimento, in questo caso, è al tetto del 5% (che il Governo si appresta a togliere) alla partecipazione dei costruttori al capitale delle concessionarie. Uno dei problemi sollevati da Di Pietro era infatti la presenza, nella nuova società, dell'Acs di Florentino Perez. Il presidente di Autostrade ha indicato anche che al momento non è possibile stimare l'impatto della riforma delle concessioni sui conti della società: «da come è scritto l'articolo - dice - nulla si può valutare. Bisogna aspettare il momento in cui la norma sarà convertita in legge». Intanto, sul fronte borsistico, il mercato ha creduto all'iniezione di fiducia di Prodi sulla fusione solo per un giorno, quello del rendez-vous con Zapatero nel corso del quale il premier ha presentato «in dono» la società italiana. Ma già ieri il titolo ha perso l'1,7% a 22,5 euro.

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