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I risultati del salone di Genova

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Nautica, il settore va a gonfie vele

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Successo economico e politico. Battuti i record della precedente edizione: oltre 324 mila presenze e un giro d'affari stimato da Ucina in 1 miliardo di euro (35% del valore della produzione annua italiana); aperta la collaborazione con la Cina; sottoscritto con il Governo un «patto per la crescita» e «per l'ambiente»: barche sempre più ecocompatibili, come le auto. È quanto emerge da un primo bilancio del 46esimo Salone internazionale della Nautica svoltosi a Genova dal 7 ottobre scorso e conclusosi domenica. Insomma un'edizione brillante che ha segnato una svolta strategica per la leadership internazionale della manifestazione, forte dei suoi 1.650 espositori (+7% sul 2005), di cui il 36% esteri, e delle 2.200 barche esposte (+9%), di cui 430 in acqua. Oltre il 60% delle barche esposte apparteneva alla fascia dei natanti mentre 76 erano navi da diporto tra i 24 e i 43 metri. Anton Francesco Albertoni, dal maggio scorso presidente dell'Ucina, l'associazione confindustriale delle imprese del settore che, unitamente a Fiera di Genova spa, organizza da sempre il Salone nautico, e' comprensibilmente molto soddisfatto dei risultati economici e politici di questa 46esima edizione, sul piano generale e su quello personale (è stato il suo battesimo del fuoco come presidente Ucina). «Il successo di pubblico, in particolare straniero, e del giro d'affari - dice Albertoni - hanno premiato la grande scommessa che gli espositori hanno fatto su Genova anche accettando gli oneri relativi ai nuovi grandi spazi espositivi che il nuovo marina, frutto della collaborazione lungimirante tra pubblico e privato, ha offerto loro. Il Salone di Genova e l'imprenditoria italiana del settore sono divenuti così il numero uno nel mondo per offerta globale di settore. E non a caso, tra l'altro, abbiamo registrato la visita accurata al Salone di una delegazione cinese, con la quale abbiamo aperto una linea di dialogo e collaborazione sul piano della normativa e della tecnologia produttiva».

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