In corsa la Popolare di Verona e Novara e quella dell'Emilia Romagna
Bpi, oggi i consiglieri decidono il partner per l'aggregazione
Oggi verrà reso noto il partner per l'aggregazione. Sarà Verona con la sua offerta generosa o sarà Modena che promette ampia autonomia? Le offerte sono sul tavolo degli advisor, il tempo è scaduto e i consiglieri adesso dovranno contarsi e arrivare a decidere per l'una o per l'altra proposta. Nella vigilia il clima era teso con i 7 consiglieri di parte lodigiana che non nascondevano di prediligere il corteggiamento della Banca Popolare Emilia Romagna. E gli investitori istituzionali e il mercato che caldeggiavano l'aggregazione con la Popolare Verona e Novara in considerazione della solidità patrimoniale e della redditività superiore a quella delle altre Popolari, del piano industriale e della capacità di generare sinergie ed efficienza. A far pressione sui consiglieri anche i 500 dipendenti della sede centrale che in nome della «lodigianità» e temendo delle ricadute occupazionali alzano gli scudi. Non sarà comunque quello di oggi l'ultimo atto. Se le divisioni in seno al consiglio non si appianeranno sarà decisiva l'assemblea (che si svolgerà presumibilmlente in dicembre) dove, con voto capitario, si deciderà davvero il destino di Bpi. Alla guida della Bpvn c'è Carlo Fratta Pasini. Il gruppo nasce nel 2002 a seguito della fusione tra la Banca Popolare di Verona - S.Geminiano e S.Prospero e la Banca Popolare di Novara, ma le sue radici affondano nella Banca Mutua Popolare di Verona, fondata nel 1867, fra le banche popolari (ha oltre 53.000 azionisti) è la settima in ordine di tempo. Del gruppo fa parte anche il Credito Bergamasco, quotato a Piazza Affari e Banca Aletti. La sua rete è composta da oltre 1100 sportelli situati principalmente in Veneto e nell'Italia del Nord e, arrivando ai conti, ha chiuso il primo semestre con una crescita dell'utile a 397 milioni di euro (+36,7%) e un margine di interesse di 646,8 milioni. La raccolta diretta è salita del 3,9% a 44,6 miliardi, mentre quella indiretta è rimasta stabile a 73,6 miliardi. Il Roe è pari al 21,1%. In Borsa, infine, dove è quotata dal 1998, capitalizza circa 8 miliardi di euro. La Bper trae invece le sue origini dalla Banca Popolare di Modena (1867) che ha poi nel tempo incorporato altre banche popolari della regione. A seguito della fusione con la Banca Cooperativa di Bologna (1983) ha cambiato nome in «Banca Popolare dell'Emilia», ulteriormente modificata nell'attuale ragione sociale a seguito dell'incorporazione, avvenuta nel 1992, della Banca Popolare di Cesena. Il gruppo che Guido Leoni (ad) dirige è oggi costituito da 13 banche tra cui il Banco di Sardegna (quotata a Piazza Affari), la Banca della Campania e la Popolare di Lanciano e Sulmoma per un totale di oltre 1100 sportelli localizzati in larga parte del territorio nazionale. Nel primo semestre l'utile consolidato è salito del 18,1% a 200,9 milioni di euro, mentre la raccolta diretta è cresciuta del 7,69% a 36,1 miliardi e quella indiretta è salita del 9,5% a 25,5 miliardi. In Borsa la Bper capitalizza circa 4 miliardi di euro.