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Autostrade-Abertis, Di Pietro possibilista

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Bruxelles minaccia una procedura d'infrazione. Il ministro: decida il Parlamento

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La situazione potrebbe comunque cambiare alla luce di nuovi eventuali sviluppi già lunedì, quando si riuniranno i capi di gabinetto di Bruxelles per decidere l'ordine del giorno del collegio del 18 ottobre. La minaccia che arriva da Bruxelles fa fare marcia indietro ad Antonio Di Pietro. Sulla fusione tra Autostrade e Abertis «mi rimetto alla volontà del Parlamento», ha detto il ministro delle Infrastrutture dopo che alla Camera, il deputato della Rosa nel Pugno Roberto Villetti ha presentato un emendamento alla Finanziaria che cancella alcune delle proposte piu' care all'ex magistrato sull'operazione italo-spagnola. «Trovino le Camere, allora - ha aggiunto il ministro - un modo per tutelare i piccoli azionisti». La norma oggetto del fuoco di sbarramento di Montecitorio è l'articolo 12 del decreto fiscale collegato alla Finanziaria. Una norma che prevede un tetto del 5% ai diritti di voto delle società di costruzioni presenti nell'azionariato delle concessionarie autostradali e che blocca di fatto la fusione. Il testo di Villetti, inoltre, cancella anche il comma 4b (dell'articolo 12) che affidava al ministro delle Infrastrutture e al Tesoro il compito di individuare i requisiti di solidità patrimoniale delle concessionarie. Scompare, in più, il pilastro portante della nuova Convenzione unica (alla fine, nel caso in cui una concessionaria decida di non aderire alla convenzione, pur decadendo il rapporto concessorio, non sarà più l'Anas ad assumere la gestione diretta delle attività della società medesima). La modifica appare scontatata. Secondo quanto si apprende da fonti comunitarie, infatti, se l'attuale orientamento verrà confermato, Bruxelles avvierà una «analisi preliminare» del caso, che dà all'Italia 10 giorni per illustrare formalmente la sua posizione. Allo stato attuale, la Commissione ritiene che l'Italia ha violato - con la sua decisione- l'articolo 21 del regolamento comunitario sulle fusioni, che dà alla Commissione europea la competenza esclusiva sulle fusioni di dimensioni comunitarie, eccetto in circostanze molto specifiche. Non si tratterebbe quindi di una procedura d'infrazione, che nel suo iter prevede anche il deferimento alla Corte di giustizia europea. Anche se l'Italia rischia ancora questa misura sul dossier Autostrade-Abetis da parte del Commissario Ue al mercato interno, Charlie McCreevy. Se l'Antitrust dovesse stabilire che uno Stato membro ha violato l'articolo 21, avrebbe il potere di annullare con effetto immediato le decisioni del governo in questione. Interpellato al riguardo Jonathan Todd, portavoce del commissario ue alla concorrenza Neelie Kroes ha affermato che «la commissione sta analizzando le misure prese dalle autorità italiane». Lo stesso di Pietro, comunque, nei giorni scorsi aveva detto che il decreto del 1997 che sbarrava la strada ai soci costruttori nel nucleo di Autostrade è una norma ormai superata. Ma per Bruxelles ciò non toglie che fino a oggi una fusione autorizzata dall'Ue trova davanti a sè «degli ostacoli formali». In questa cornice comunque Autostrade ed Abertis la scorsa settimana hanno inviato una dettagliata documentazione alla Commissione europea contro il nuovo decreto. In più i due gruppi dovrebbero incontrare i servizi di entrambi i commissari, nonchè lo stesso McCreevy.

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