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Alitalia, l'Ue «pignora» gli aiuti di Stato

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Bruxelles dice no a nuovi interventi di ricapitalizzazione. Per le alleanze si fa avanti Lufthansa

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I conti sono al collasso, i possibili alleati chiedono garanzie e i sindacati sono da tempo sul piede di guerra. Il premier non potrà neanche fare ricorso a nuovi interventi di ricapitalizzazione. L'escamotage, ipotizzato dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, ha incassato ieri un altolà «preventivo» dall'Unione europea. Di fronte a una crisi «di natura industriale», per Bruxelles «la strada per risolvere i problemi di Alitalia non passa per gli aiuti di Stato». La Commissione Europea lancia così, affidandolo al portavoce del Commissario per i Trasporti, un messaggio chiaro al presidente del Consiglio che ieri ha preso personalmente la responsabilità del dossier per arrivare entro la fine di gennaio a un piano per il rilancio della compagnia. Per l'Unione Europea la soluzione non può essere quella di una iniezione di risorse da parte dello Stato, anche se rivolta all'intero settore del trasporto aereo. Il Governo punta a trovare per Alitalia un partner forte, per poi studiare sulla base dell'alleanza un piano di ristrutturazione. Ieri il quotidiano tedesco Die Welt ha indicato che «Lufthansa ha sicuramente un interesse», e potrebbe farsi avanti se il governo dovesse presentare «rapidamente delle proposte attraenti ai possibili partner». Intanto l'Antitrust non boccia a priori la possibilità di una intesa tutta italiana con AirOne, come primo passo per rafforzarsi prima di guardare all'estero. «Nulla è palesemente in contrasto con il mercato - dice il presidente Antonio Catricalà - però bisogna esaminare bene la soluzione proposta». La Borsa ieri non ha reagito bene alle parole del governo e ai tempi non brevissimi previsti per individuare un piano di azione. «Situazione fuori controllo», aveva sottolineato Prodi, «la compagnia vive il momento più difficile della sua storia». E all'indomani del vertice a Palazzo Chigi con i sindacati il titolo ha chiuso in flessione del 2,30%. Novità sono attese dall'incontro tra il presidente del Consiglio e l'amministratore delegato e presidente della compagnia, Giancarlo Cimoli, che però potrebbe slittare alla prossima settimana nonostante l'emergenza. La vicenda Alitalia tiene banco anche su un altro quotidiano straniero. Il Financial Times apre un nuovo fronte di dibattito: «I sindacati italiani bloccano il decollo della ristrutturazione di Alitalia». E assolve Giancarlo Cimoli: «Se se ne andrà, come sembra sempre più probabile - scrive - il suo successore probabilmente non farà meglio se non gli verrà data carta bianca per ristrutturare». Replica il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: «Quando guardo agli ultimi cinque anni non posso che affermare che si tratta di una critica assolutamente ingenerosa. I lavoratori di Alitalia hanno dato molto al risanamento dell'azienda negli ultimi anni, sacrificando tempo e stipendio. C'è, invece, una responsabilità del management». Anche per il segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, «al contrario, partendo dalla valorizzazione della forza lavoro e con un diverso progetto industriale si potrebbe trovare una soluzione».

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