di GIULIO STRADA «TEMO che Bruxelles prenderà delle decisioni sbagliate perchè ha ricevuto informazioni ...
Così il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che difende il decreto legge allegato alla Finanziaria sulle modifiche alle concessioni autostradali e polemizza, pur non citandola, con la titolare alle Politiche comunitarie Emma Bonino, che «va a fare il difensore del nostro Paese su una questione specifica in cui non crede». La Bonino aveva detto, appena due giorni fa, che secondo la Ue, il tetto del 5% per i diritti di voto dei soci-costruttori di concessionarie contenuto nel decreto è contrario al diritto comunitario, e quindi la Commissione si opporrà allo stop del governo alla fusione Autostrade-Abertis. Di Pietro, i cui tecnici sono andati a Bruxelles per chiarire «per la prima volta in modo corretto» le ragioni delle modifiche, annuncia che «le farà valere in tutte le sedi». E deplora che un suo precedente documento sia stato «edulcorato di alcuni passaggi importanti da chi l'ha trasmesso» alla Ue. A Bruxelles, spiega Di Pietro, abbiamo detto che il precedente divieto alle società costruttrici di partecipare all'azionariato delle concessionarie è stato superato proprio dal decreto legge, che prevede non un limite alla percentuale di partecipazione ma un tetto del 5% al diritto di voto. Quindi, aggiuge il ministro, «abbiamo eliminato d'ufficio il possibile rilievo» della Ue, avvertendola «che la questione è risolta, di non prendere quindi una decisione che non è più attuale, insomma di non commettere un abuso, di non avviare la procedura di infrazione che andrebbe contro la normativa europea». E ancora, alla Commissione chiede: «se il tetto del 5% non è ancora sufficiente, dateci indicazioni su una fonte normativa e valuteremo se opporci o meno». Rispetto al «messaggio minaccioso e irrispettoso nei confronti delle istituzioni» lanciato ieri da Schemaventotto (la società dei Benetton che controlla Autostrade con il 52,15%), il ministro osserva che ha tutti diritti di far valere le proprie pretese nelle sedi opportune. Anche se, da magistrato, ricorda che una legge per definizione non è illegittima, e che un privato non può ricorrere alla Corte costituzionale («a meno che promuova un litis consortio finto per poter attivare la pronuncia del giudice»). La norma del decreto, sottolinea il ministro, non boicotta gli investimenti, che sono legati al piano finanziario allegato ad ogni convenzione. Piuttosto, fino ad oggi Autostrade «non ha fatto investimenti ed è in arretrato per oltre 2,5 miliardi di euro di opere».