di ALESSANDRO USAI NESSUNA sorpresa da Parigi.
La decisione di rialzare i tassi d'interesse di 0,25 per cento presa dal Governing Council della Bce nella riunione parigina riflette i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio termine. «La decisione - ha spiegato Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, durante la conferenza stampa successiva al meeting - contribuirà ad assicurare che nel medio e lungo termine le aspettative d'inflazione dell'area euro rimangano ancorate alla stabilità dei prezzi». Nessun timore eccessivo comunque dal lato inflattivo. «Anche dopo questo rialzo, ha aggiunto Trichet - i tassi rimangono ad un livello basso e la politica monetaria continua ad essere accomodante. Se il nostro scenario di base sarà confermato si renderà necessaria un'ulteriore stretta monetaria». Un avvertimento chiaro e preciso che lascia intendere come la Banca centrale sia pronta a intervenire nuovamente se le condizioni di mercato lo richiederanno. «Il Governing Council continuerà a monitorare molto da vicino tutti gli sviluppi - ha proseguito Trichet - così da assicurare la stabilità dei prezzi nel medio e lungo termine». L'andamento dell'economia non desta preoccupazione anzi si è registrata negli ultimi trimestri una crescita incoraggiante. Trichet l'ha definita «una significativa accelerazione dell'espansione con l'attività economica che è cresciuta ad un ritmo medio dello 0,7% negli ultimi quattro trimestri. Dalle informazioni disponibili, il terzo trimestre è in linea con una crescita robusta anche se permane la possibilità che ad un certo momento rallenterà».Una disamina che ricorda in parte le recenti analisi del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi proprio sullo sviluppo economico. Buone notizie intanto si registrano sul versante del lavoro. Per la restante parte del 2006 e per il 2007 si attende un miglioramento dell'occupazione. Le attenzioni della Bce tornano dunque nel lungo termine su una possibile fiammata dei prezzi petroliferi oltre che sui timori di un aumento delle pressioni protezionistiche. Per quanto riguarda l'inflazione, Trichet ha spiegato che il calo sotto il 2% registrato a settembre è dovuto alla differenza di prezzo del petrolio tra quest'anno e il 2005. Mentre l'outlook per i prezzi energetici rimane incerto, l'inflazione della zona euro dovrebbe aumentare alla fine del 2006 e all'inizio del 2007. «Ci attendiamo - ha spiegato Trichet - un considerevole tasso di volatilità dell'inflazione nel breve termine, mentre la media dovrebbe rimanere sopra il 2% sia nel 2006 che nel 2007». Dall'analisi monetaria si comprende come «i tassi di interesse attuali siano ancora bassi. I prestiti al settore privato crescono a doppia cifra e dopo diversi anni di robusta crescita monetaria, la liquidità è ampia». Il presidente della Bce, rispondendo ad alcune domande dei giornalisti, ha quindi dichiarato che la decisione di alzare i tassi di 25 punti base è stata a larga maggioranza e che non è stato preso in considerazione un rialzo nell'ordine dei 50 punti base. L'inflazione, inoltre, dovrebbe tornare sotto la soglia del 2% in 18/24 mesi e il mercato immobiliare della zona euro, contrariamente a quello americano, è «molto dinamico». Intanto secondo l'Unice, l'unione degli industriali a livello europeo, la Bce dovrebbe attendere prima di procedere a un ulteriore rialzo del costo del denaro. L'inflazione a settembre infatti è scesa sotto il 2%, il livello più basso dal marzo 2004. Insomma dopo i recenti cali del prezzo del petrolio sarebbe opportuno prendersi una pausa di riflessione senza dare troppo peso alle conseguenze che avrà l'incremento dell'Iva in Germania a partire dal 1° gennaio 2007.