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Competitività, il made in Italy punta a Est

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Russia e America del Nord i mercati per il rilancio. Nel mirino anche Cina ed Emirati Arabi

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Sono i settori su cui il nostro Paese punterà di più nei prossimi anni per promuovere a livello internazionale il «valore intangibile» del marchio Italia. Questi i risultati illustrati nel corso del convegno sul Made in Italy organizzato dal Comitato Leonardo. Gli Stati in cui l'Italia ha maggiori prospettive di affermazione sono gli ex Paesi dell'Est (specialmente la Russia) e l'America del Nord. È, inoltre, prevedibile un rafforzamento in quelle nazioni in cui il made in Italy funziona già, come la Cina e gli Emirati Arabi. Un ruolo fondamentale, nel processo di rilancio delle imprese, dovrebbe avere lo Stato che secondo il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo fa «poco tifo per le Pmi». Il presidente di Confindustria ha scelto infatti il convegno del Comitato Leonardo per ricordare che se la crescita la fanno le imprese allora proprio a loro bisogna dare di più. Quel di più che è mancato in questa finanziaria e che rischia di penalizzare la competitività del Paese. Se infatti le imprese, specie quelle piccole e medie sottoposte al rischio della globalizzazione devono tornare al centro della politica dello sviluppo, Montezemolo fa notare come quelle stesse imprese siano sottoposte a tassazioni dirette e indirette più alte d'Europa. «Da cinque anni si parla di abolire l'Irap ma l'Irap è sempre lì», incalza il numero uno di viale dell'Astronomia. E se di riforme si vuole parlare, continua il leader di Confindustria, si inizi proprio dallo Stato. Che deve essere più snello, meno soffocato dalla burocrazia, adottare di più la concorrenza e la meritocrazia. Le critiche alla finanziaria non risparmiano neppure il capitolo scuola. Il riferimento quanto più esplicito va all'assunzione non selettiva dei precari, prevista nel testo da approvare. «Inutile assumere nuovi insegnanti - rimarca Montezemolo - se poi non si scelgono persone capaci e non si premia chi merita». Insomma lo sforzo perché l'Italia torni a essere competitiva su tutti i fronti e su ciascun settore di eccellenza deve vedere impegnate le forze imprenditoriali ma anche quelle politiche. Il convegno è l'occasione per parlare di made in Italy e di «orgoglio» italiano che è quello di «portare in giro per il mondo prodotti invidiati per la qualità e il design». A questo proposito una tavola rotonda ha riunito ieri persone dal calibro di Luigi Abete, presidente di Bnl, Innocenzo Cipolletta, presidente di Ferrovie, Domenico De Masi e molti altri economisti ed esperti del settore. Si è parlato anche di quale futuro possa esserci per l'identità Italia, non trascurando criticità date soprattutto da istituzioni troppo rigide del nostro paese, nonché da un mercato dei capitali che potrebbe non funzionare in maniera competitiva. Da questo punto di vista il messaggio del Comitato Leonardo, presieduto dalla stilista Laura Biagiotti, è chiaro: da qui al 2010 gli svantaggi competitivi rispetto alla nostra capacità d'offerta di prodotti e di servizi continueranno ad essere la tendenza all'improvvisazione. Ecco allora che appare quanto mai indispensabile puntare sulla ricerca. L'investimento che l'Italia riserva alla ricerca e allo sviluppo è infatti tra i più bassi d'Europa. Secondo Luigi Abete, presidente dell'Unione Industraili di Roma e della Bnl le imprese sono pronte a raccogliere tutte le sfide anche perché «è cambiato il rapporto con il sistema bancario e dunque è aumentata la collaborazione». Ci tiene però a ribadire che «le banche sono imprese e l'industria bancaria è l'industria di mercato». La «Marca Italia», secondo la ricerca presentata dal Comitato, è dunque destinata a continuare a far parlare di sé ma presumibilmente avrà maggiori prospettive di affermazione negli ex paesi dell'Est (specialmente in Russia) e in America del Nord. Si rafforzeranno poi le grandi roccaforti della circolazione dei prodotti nazionali, ovvero paesi come l'Arabia saudita, gli Emirati Arabi, la Cina. Tonando alla finanziaria, alla mobilitazione annunciata dalla Confartigianato appena due giorni fa, a

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