Generali sale al 2% di Capitalia
Scatta l'incrocio delle quote. L'istituto romano sempre al centro del risiko finanziario
L'arrotondamento si aggira intorno allo 0,5%. Lo riferiscono fonti finanziarie sottolineando che non sembra invece emergere un orientamento della banca olandese a farsi carico di ulteriori pacchetti dell'eventuale inoptato. La decisione di Amsterdam sarà comunicata al presidente del patto che nel frattempo sta proseguendo i contatti con gli altri azionisti forti per ripartire l'1,9% nelle mani della Bicocca. La posizione del nocciolo duro di Via Minghetti sulla quota Pirelli sarà ufficializzata entro il 9 ottobre. Venerdì scorso è stata recapitata ai soci la lettera con cui si informa della volontà espressa da Pirelli. Se la ripartizione della quota avverrà all'interno del Patto non ci sarà bisogno di una riunione degli azionisti stabili, cosa che invece potrebbe avvenire nel caso questi debbano esprimere il gradimento a un nuovo socio o a Generali se subentreranno al gruppo De Agostini dopo l'acquisto da questi ultimi della Toro, azionista di Capitalia con circa l'1%. In ogni caso, riferiscono fonti finanziarie, una riunione del Patto è prevista a novembre, probabilmente il 10, in vista dell'assemblea che a dicembre dovrà rinnovare il consiglio della banca. Intanto è tutto pronto per la chiusura dell'acquisizione di Toro assicurazioni da parte di Generali, che avrà come effetto collaterale quello di portare il gruppo triestino a detenere una quota di circa il 2,4% in Capitalia. La Toro porterà infatti in dote al gruppo triestino il pacchetto dell'1% detenuto in Capitalia, che andrà ad aggiungersi a quello di circa l'1,4% già in portafoglio a Generali, come risulta dalle presenze all'ultima assemblea di bilancio di capitalia. Superata la soglia del 2%, le Generali saranno vincolate dalle norme sulle partecipazioni incrociate: Capitalia è infatti azionista di Generali con circa il 3% e quindi Trieste vedrà congelati i diritti di voto sulle azioni eccedenti il 2% del capitale della banca romana. Alla luce di questa situazione, fonti finanziarie ir itengono improbabile che Toro, membro del patto di sindacato di Capitalia, decida di esercitare la propria opzione sulla parte di competenza della quota dell'1,92% di Capitalia messa in vendita da Pirelli.