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di ALESSIO SURANDA CONTO alla rovescia per la Banca popolare Italiana che in attesa di trovare il partner ...

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Dopo una partenza a razzo per l'istituto guidata da Divo Gronchi, il titolo ha guadagnato il 4,27% chiudendo a 9,82 euro. A favorire l'afflusso di acquisti sul titolo la scommessa che sia ormai prossima la decisione sul fronte delle alleanze da parte dell'istituto che avrebbe infine abbandonato l'idea di proseguire da sola. Negli ultimi 3 mesi il titolo ha guadagnato oltre il 33%. Gli investitori attendono novità già dal cda in calendario oggi che dovrebbe fare una prima cernita tra le quattro candidate: popolare di Milano, Verona e Novara, Emilia Romagna e Bpu. Secondo indiscrezioni la favorita sarebbe la popolare di Verona e Novara. Intanto l'amministratore delegato della Bpu, Giampietro Auletta Armenise, non demorde. «La Bpi è la priorità per noi ora - afferma - e spero che a Lodi si proceda ulteriormente con le selezioni per avere quei dati e quegli elementi informativi che oggi mancano e che permettano un'adeguata valutazione». Insomma i giochi potrebbero non essere definitivamente chiusi. Quanto a un interesse della Bpu per la banca lombarda, Auletta Armenise sottolinea la «totale apertura a ogni opportunità che abbia solide fondamenta industriali. Prima però bisogna vedere l'evoluzione sulla Bpi, che è per noi una banca di grande interesse in quanto è una società cooperativa». Nel Consiglio di amministrazione odierno la Popolare italiana non prenderà una decisione definitiva ma si limiterà ad accorciare la lista dei pretendenti. Una decisione definitiva verrà presa comunque entro la fine di ottobre. Intanto Sopaf ha concluso gli accordi per l'acquisto del 70% di Cartesio Alternative Investments Sgr con gli attuali azionisti che vedono in prima linea anche la stessa Popolare italiana. Una operazione da 2,8 milioni di euro che consente a Sopaf di portare la propria partecipazione in Cartesio al 100%. Cartesio, costituita nel 2002, gestisce un fondo hedge con una massa di 42 milioni di euro. I riflettori degli operatori restano dunque puntati su Lodi. Se, come sembra, la popolare di Verona e Novara dovesse battere la concorrenza delle altre popolari potrebbe riaccendersi l'interesse soprattutto sulla Milano. Non è un mistero che l'istituto lombardo guidato da Roberto Mazzotta le ha provate tutte per realizzare l'integrazione con la Lodi, rinunciando eventualmente anche alla sede legale a Milano. Le parti però non hanno mai trovato un accordo e la sensazione è che ormai sia sceso il gelo sull'asse Lodi-Milano.

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