di GIOVANNI LOMBARDO SIENA pronta a entrare nel vivo del risiko bancario.
Ed è adesso più disponibile a valutare eventuali aggregazioni con partner sia italiani sia esteri, anche se resta il vincolo del mantenimento del legame con il territorio. È una linea strategica più aperta verso l'esterno quella fissata dall'Ente nel nuovo piano pluriennale triennale approvato venerdì scorso dalla deputazione generale (l'organo di indirizzo della Fondazione), che rilancia le indiscrezioni sul possibile matrimonio con Capitalia. Nel documento, il primo sotto la nuova presidenza di Gabriello Mancini, è stata tolta un'indicazione inserita lo scorso anno riguardo alle possibili aggregazioni: quella dei soggetti bancari «simili». Un cambio di rotta che si giustifica anche alla luce degli ultimi sviluppi sul fronte delle alleanze: dalla lista dei papabili partner sono usciti di scena Banca Intesa e San Paolo Imi, ritenute realtà «simili» per la presenza delle fondazioni nell'azionariato delle due banche. A questo punto potrebbe prendere di nuovo quota l'asse Roma-Siena. Capitalia per ora resta alla finestra, in attesa anche di una più chiara definizione degli equilibri nel patto di sindacato. Un tassello importante sarà aggiunto oggi con la decisione di Abn Amro sulla messa in vendita da Pirelli. Il consiglio di amministrazione dell'istituto olandese, dovrà valutare se sottoscrivere il pacchetto che gli spetta pro quota pari a circa lo 0,5% del capitale. È invece tutta da verificare, secondo fonti finanziarie, una disponibilità degli olandesi a sottoscrivere l'eventuale inoptato da parte degli altri soci del patto di Capitalia che raggruppa il 31,02% del capitale della banca. Pirelli ha chiesto di cedere il suo 1,92% e ha fissato, secondo le regole previste dall'accordo, a 6,69 euro per azione il prezzo di vendita. Per gli altri 17 soci sindacati l'onere complessivo per l'acquisto è di oltre 332 milioni. Abn ha una partecipazione del 7,6% circa in Capitalia pari a poco meno del 25% della quota sindacata. Il presidente del patto, Vittorio Ripa di Meana, ha chiesto ai soci una risposta entro lunedì prossimo. La quota venduta da Pirelli potrebbe essere in parte acquistata da un socio esterno al patto previo gradimento dei soci sindacati che dovrebbero, in questo caso, riunirsi in assemblea.