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Enel, un miliardo dall'estero

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La società prevede ricavi boom per il 2007 grazie ai progetti di espansione

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Il gruppo elettrico italiano si conferma quarto operatore al mondo e per quest'anno punta a ricavare, dalle attività oltre frontiera, un margine operativo lordo di 700 milioni di euro. Che dovrebbe salire a un miliardo nel 2007. Intanto, ieri il gruppo guidato dall'ad Fulvio Conti ha presentato una nuova offerta per partecipare a una gara in Romania per la riconversione a carbone della centrale di Braila sul Danubio. In Romania la società detiene attualmente il 51% delle due società di distribuzione, Electrica Banat e Electrica Dobrogea, che contano 1,4 milioni di clienti e coprono il 20% della quota di mercato rumeno. Si tratta di società per le quali Enel ha pianificato investimenti per 380 milioni di euro. Quanto alla terza società di distribuzione romena, la Electrica Muntenia Sud (Ems), con 1,1 milioni di clienti, è in fase di closing l'acquisizione da parte di Enel che ha pianificato investimenti per 800 milioni di euro. Enel è anche nella short list delle compagnie per la gara relativa alle unità 3 e 4 della centrale nucleare di Cenavoda, sempre in Romania. Ma la lista dei Paesi «nel mirino» è lunga, e la Russia occupa sicuramente uno dei primi posti: il gruppo parteciperà infatti al processo di aumenti di capitale nelle genco. E proprio ieri, Conti ha incontrato il numero uno di Ues - monopolista energetico pubblico russo - Anatoly Chubais. Ues vede con favore gli eventiuali investimenti dell'Enel nelle centrali di generazione elettrica in vendita in Russia. Il portavoce di Chubais ha poi aggiunto che «le vendite saranno effettuate attraverso aste». Intanto arrivano notizie dalla Francia, dove Enel ha annunciato da mesi la possibilità di lanciare un'opa sul gruppo d'oltralpe Suez. Ieri è entrato nel vivo il dibattito sulla privatizzazione di Gaz de France, che spiana la via alla sua fusione con Suez, una mossa che ostacolerebbe le mire espansionistiche di Conti. Ieri si è svolta l'assemblea nazionale con l'esame del contestato articolo che prevede appunto che lo stato possa scendere al di sotto del 70%. Se il testo di legge sarà approvato la quota scenderà dall'attuale 80% al 34%, cioè lo Stato rimarrà con una minoranza di blocco accompagnata da una golden share che gli consentirà di difendere gli interessi nazionali. Il dibattito non sarà di breve durata viste le migliaia di emendamenti presentati dall'opposizione.

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