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Alitalia più vicina alla svolta

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I sindacati incalzano il governo. Prodi pronto a decidere su Cimoli

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Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl e Unione Piloti (allo sciopero non aderisce la Uiltrasporti, mentre dà adesione il Sult) incalzano il governo, ritenendo «improcrastinabile» la sua assunzione di responsabilità per riportare in quota l'Alitalia e affrontare le problematiche del settore, assett strategico del Paese. Per un eventuale cambio dei vertici di Alitalia, dopo che il fronte sindacale e politico hanno chiesto la testa del presidente e amministratore delegato Giancarlo Cimoli, si dovrà aspettare il rientro in Italia del premier, Romano Prodi. Nel frattempo nel toto-nomine, accanto a Maurizio Basile, amministratore delegato di Adr dato sinora in pole position, torna Vito Gamberale, l'ex ad di Autostrade che si è appena dimesso da vice commissario Fgic. Tempo per scongiurare la protesta del 29 settembre c'è, rassicura il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, che sull'Alitalia invoca «soltanto un'operazione di governo», quindi corale, «non più dell'azionista nè del ministro dei Trasporti», spiegando che l'unica possibilità di rilanciarla è che ci siano una forte azione aziendale e un forte sostegno governativo. I sindacati accusano la gestione fallimentare dell'Alitalia, con un disavanzo lievitato nel 2006 («le perdite saranno di 450 milioni») e non ancora emerso con evidenza nella semestrale che ha mostrato perdite per 221 milioni («l'azienda ha chiesto la fatturazione di alcune spese dopo giugno 2006»), mentre prosegue la cessione di attività di volo e di aeromobili di Alitalia Express, che opera sul mercato domestico e internazionale: dopo 9.000 ore cedute a AirAlps con il fermo di cinque aerei, si prevede la cessione di ulteriori 25-30mila ore pari a una quindicina di velivoli. Un nuovo piano industriale che rinforzi la compagnia senza svenderla o cederla e che guardi ad un'alleanza ad Oriente, «da dove ci attendiamo flussi turistici», è la soluzione indicata dal vice presidente del Consiglio, Francesco Rutelli, che - stando ad indiscrezioni - avrebbe incaricato uomini del suo entourage di preparare un documento su un'alleanza con un partner asiatico. Provocatoria la replica del leader della Cgil, Guglielmo Epifani: «Rutelli dimentica che il piano industriale lo decide l'azionista», ha detto, ribadendo che senza un nuovo piano industriale «la compagnia tracolla».

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