Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Le Pmi divise sulla Cina Per il 46% è un pericolo

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Per il 52% la sfida orientale costituisce un'opportunità, per il 46% è invece un pericolo, alimentato sopratutto dalla paura di non poter reggere la concorrenza sui prezzi (91%). Sono queste le conclusioni a cui arriva il primo sondaggio sulla Cina effettuato fra le Pmi italiane per conto di Banca Intesa. Secondo il sondaggio per il 62% delle imprese lo sviluppo economico di Pechino avrebbe, fino ad oggi, portato soprattutto danni. La percentuale sale al 70% tra le realtà produttive di dimensioni più ridotte, con sede al sud o con attività prettamente nazionale. Più di un imprenditore su quattro (28%) pensa tuttavia che lo sviluppo economico cinese abbia comportato danni e opportunità in egual misura. Mentre solo il 6% si dice sicuro che dalla crescita della Cina siano arrivate solo opportunità. L'ottimismo cresce se le opinioni si spostano sul presente e sul futuro: in questo caso la percentuale di coloro che vedono solo danni cala al 62% per il passato, al 58% per il presente e al 54% per il futuro. In questo caso cresce anche la percentuale degli ottimisti, che passa, rispettivamente, dal 6, al 10 e al 18%. La maggiore minaccia cinese, per le nostre Pmi, viene dall'elemento prezzo. Secondo il sondaggio infatti il 91% degli intervistati vede in questa leva della concorrenza il rischio maggiore. Percentuale che sale addirittura al 96% tra le aziende con meno di 5 dipendenti. Il rimedio però - per i titolari delle aziende del made in Italy - non è nell'imposizione di dazi, bensì (59%) nella capacità e nella possibilità di valorizzare al meglio i punti di forza dei nostri marchi e della nostra produzione: la creatività e la qualità. In questo senso i più ottimisti sono gli imprenditori del Centro (75%) e del Nord-Est (67%), e quelli dei settori alimentare, tessile, conciario e del legno. La metà dei quali comunque (50-55%), si dice sicuro che il mercato cinese sia una grande opportunità.

Dai blog