Nagel prenota un posto nel risiko
Le risorse per crescere non mancano visto che in cassa ci sono 2,2 miliardi di euro pronti per questo uso ha spiegato ieri il direttore generale Alberto Nagel dopo il cda che ha approvato i conti semestrali. Piazzetta Cuccia per ora, però, non pensa ad inserirsi nel consolidamento in atto in Italia dopo la fusione tra Banca Intesa e il San Paolo. «Mediobanca non è interessata agli sportelli che Banca Intesa e San Paolo Imi dovranno cedere dopo la fusione» ha confermato il dg che pensa piuttosto ad acquisizioni nel private banking nell'Europa continentale, inclusa la Svizzera, e nei retail financial services in Italia. I tempi perà sono stretti. L'espansione potrebbe concretizzarsi nei prossimi 24 mesi, ha spiegato Nagel, purchè siano coerenti con le strategie della banca. Possibili obiettivi, ha spiegato Nagel, «ne guardiamo e ne scartiamo in continuazione». In attesa delle prime mosse per crescere la banca però continua a dare ottimi risultati ai suoi soci. Nel 2005-2006 l'utile consolidato è stato di 858 milioni (+36%) che anticipa di due anni gli obiettivi del piano industriale (840 milioni) grazie anche a plusvalenze per 87,8 milioni legate alla dismissione di Ciments Francais. Nel giro di quindici giorni Piazzetta Cuccia si prepara poi a incassare un nuovo capital gain, nell'ordine dei 100 milioni, dalla vendita del 19% di Ferrari, per 550-600 milioni. Verrà proposta una cedola da 58 centesimi per azione (+21%) per un monte dividendi di 473 milioni «pari al 95% dell'utile della spa (494,3 milioni) meglio dell'utile distribuibile senza intaccare le riserve», ha sottolineato Alberto Nagel, nel corso dell'incontro con gli analisti nel pomeriggio, dove ha parlato di un primo trimestre «confortante» e ha comunque escluso una revisione dei target. Entro il 30 settembre l'istituto è pronto a incassare da Fiat 550-600 milioni per circa il 19% di Ferrari (11,7% di quota del gruppo più 7,5% in mano ad Abn). Il Lingotto per l'acquisto anche del restante 10% in mano a Commerzbank e a Popolare Emilia sborserà quindi in tutto circa 840 milioni. «Si tratta solo di firmare due righe, Fiat deve solo dirci quando», ha osservato il condirettore generale Renato Pagliaro.