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Parmalat, la cura Bondi funziona

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I conti 2006 in linea con gli obiettivi. Ridotte le spese per i processi

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A tracciare la rotta dell'azienda di Collecchio, davanti alla comunità finanziaria, sono i vertici chiamati a presentare i conti di un primo semestre chiuso con ricavi pari a 1,9 miliardi di euro, un margine operativo lordo pari a 159,8 milioni di euro e un risultato netto di 17 milioni di euro su cui si sono fatte sentire anche le spese sostenute per le attività legali. Queste, ha osservato il responsabile dell'ufficio legale della società parmigiana, Nicola Palmieri, «stanno procedendo ad un buon ritmo» e, per quanto riguarda i costi, «il picco è stato raggiunto nel periodo compreso tra aprile e giugno. Ora - ha aggiunto - ci aspettiamo un rallentamento e di raggiungere una quota pari a 40-45 milioni di euro per la fine dell'anno». Attualmente, è stato spiegato agli analisti, vi sono 75 azioni revocatorie pendenti per un totale di 7,26 miliardi di euro, e azioni per danni in corso in Italia e negli Stati Uniti in fase di istruttoria. In particolare, vi sono tre azioni pendenti negli Stati Uniti nei confronti degli istituti di credito Bank of America (a New York) e Citigroup (nel New Jersey) e nei confronti delle società di revisione Deloitte & Touche e Grant Thornton (a New York). Intanto, le azioni di risarcimento intentate da Parmalat, hanno già permesso di incassare circa 500 milioni di euro da diverse transazioni come quelle raggiunte con Morgan Stanley, Nextra e Bpi. Sul versante eminentemente finanziario, il numero uno della società, Enrico Bondi, ha rivelato che i mesi di «luglio e agosto sono sulla stessa linea della prima parte» dell'esercizio e che non sono mutati obiettivi per il 2007, ossia un fatturato pari a 3,8 miliardi di euro ed un margine operativo lordo pari a 454 milioni di euro. I vertici di Parmalat - secondo cui gli investimenti in conto capitale per il 2006 ammonteranno ad una cifra tra gli 80 e i 90 milioni di euro - hanno poi ribadito l'intenzione di ridurre a 50, nel 2007, il numero di società del Gruppo (171 alla fine del 2005) ed escluso future acquisizioni perchè, ha concluso Bondi, «dobbiamo consolidare l'azienda prima di fare shopping in giro».

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