Le associazioni artigiane
E non un calderone di misure incerte che rischiano di penalizzare il settore. Le associazioni di categoria, Acai, Cna, Confartigianato chiedono scelte decise al Governo in materia di politica economica. E pongono sul tavolo questioni come l'evasione fiscale, l'investimento nella ricerca, il costo del lavoro. «È ancora presto per dare un vero e proprio giudizio - dice Gian Carlo Sangalli, segretario generale della Cna - ma su alcune priorità per la pmi, vedi la semplificazione amministrativa, il Governo si sta muovendo male. Il nostro è un Paese dove per fare un'impresa occorrono in media otto mesi, decisamente troppi rispetto ai nostri concorrenti europei. Anche questo significa penalizzare la competitività del sistema Italia dove le imprese, specie quelle piccole, non sono ancora messe nelle condizioni di operare con facilità». Ci sono poi aspetti che preoccupano. «Si parla, tra le altre cose, di una vera e propria rivoluzione degli studi di settore - incalza Mauro Mannocchi, presidente del consiglio nazionale Acai - vogliamo a tale proposito che sia fatta per esempio chiarezza sul maggiore imponibile scaturito dall'applicazione degli studi di settore». Altro tema caldo, l'evasione fiscale. «Se davvero si intende far pagare le tasse a tutti con l'obiettivo di ridurre la pressione fiscale - avverte il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini - cominciamo una battaglia senza ipocrisie contro le attività sommerse che, oltre a sottrarre gettito alle casse dello Stato, rappresentano il principale nemico delle imprese. E soprattutto, smettiamola di puntare il dito contro chi le tasse le ha sempre pagate».