di FILIPPO CALERI ALLA FINE è andato tutto come previsto.
Ieri dopo le illazioni delle settimane scorse è arrivato l'annuncio ufficiale comunicato al presidente del Patto, Vittorio Ripa di Meana e al presidente dell'istituto capitolino Cesare Geronzi. «Siamo lieti di proseguire nel nostro rapporto di lungo periodo con Capitalia e i componenti del patto di sindacato. Capitalia, come mostrano i risultati presentati la scorsa settimana, prosegue su un percorso di forte crescita e noi siamo pienamente convinti che il management continuerà a costruire sui risultati raggiunti» ha spiegato il numero uno di Abn Rijkman Groenink in una nota. «La nostra permanenza è di valore strategico per entrambe le parti e sottolinea l'importanza dell'Italia per Abn». Sgomberato il campo dall'incertezza legata al sì o meno alla permanenza accanto all'ad Matteo Arpe ora a Via Minghetti si può sicuramente pensare con maggiore serenità al risiko bancario. Con gli olandesi dentro casa un'importante quota azionaria, pari al 7,65% delle azioni, resta bloccata. Nessuno dei soci vincolati nel Patto potrà rafforzare la sua presenza. E in tutte le decisioni di crescita esterna Amsterdam farà sicuramente sentire il suo peso. Quando lo scorso anno la scadenza del patto fu estesa al luglio 2008 la banca olandese mantenne l'opzione di uscita dal patto nell'ottobre 2006. Fino a ieri l'Abn, già presente in Italia con l'acquisto di Antonveneta aveva l'opportunità di liquidare la sua quota portando a casa una consistente plusvalenza. Non è stato così e questo conferma la volontà dei tulipani di non abbandonare la partita del risiko bancario italiano che dovrà toccare inevitabilmente anche Capitalia. Banca Popolare Italiana. È ancora caldo l'altro fronte delle integrazioni bancarie, quello rappresentato dalle popolari che cercano alleanze per aumentare la loro massa critica. La Banca Popolare Italiana, principale candidata, ha preso ancora tempo per la scelta del partner e il cda di oggi, che secondo prime indiscrezioni avrebbe dovuto ridurre da due a quattro i candidati, dovrebbe invece affrontare in maniera ufficiale solo i conti del semestre. Se la vicenda Bpi sembra per ora segnare il passo, progressi si registrano nel progetto di integrazione fra la Popolare Verona e Novara (peraltro candidata anch'essa all' aggregazione con Bpi) e la Cattolica, con colloqui che «proseguono utilmente», come spiega una nota ufficiale. Intanto rimane alta l'attesa per l'altra partita, quella della Popolare Intra, i cui pretendenti (Popolare Vicenza, Creval, Popolare Verona e Novara e Popolare Emilia Romagna) stanno lavorando alla presentazione delle offerte vincolanti.