Tronchetti scorpora Tim e rete fissa Pronto il piano sulla media-company
La società di telefonia mobile sarà scorporata in vista, secondo gli operatori, di una futura cessione necessaria per fare cassa (il valore dell'asset si aggira sui 35 miliardi). Ma lo scorporo di Tim è solo una delle mosse che il cda valuterà oggi pomeriggio. Il board, originariamente convocato per esaminare i conti semestrali, passerà al vaglio tutte le operazioni allo studio per la riorganizzazione di Telecom. Dopo giorni di indiscrezioni il gruppo di telecomunicazioni ha confermato ieri in serata che nel corso del cda di oggi sarà esaminata «la riorganizzazione delle attività fisse e mobili del gruppo», provvedendo a chiedere la sospensione della negoziazione dei titoli. Richiesta accolta da Borsa italiana: oggi, infatti, saranno sospese dalle contrattazioni le azioni Telecom ordinarie e risparmio e gli strumenti finanziari che hanno come sottostanti i titoli Telecom. Il piano prevede la costituzione di due nuove società ad hoc. Tim è destinata dunque a tornare una società autonoma con l'obiettivo di finire sul mercato e risollevare la situazione debitoria del gruppo. L'altra operazione è relativa allo scorporo della rete fissa che sarà posseduta al 100% da Telecom nella prima fase e che poi potrebbe andare a investitori istituzionali come la Cassa depositi e prestiti o al fondo Infrastruttura a cui sta lavorando il ministero dello Sviluppo economico. Sul tappeto anche l'ipotesi di scorporare solo il cosiddetto «ultimo miglio», cioè la parte delle centrali Telecom che arriva in tutte le case. Da giorni una vera e propria squadra (capitanata da Gerardo Braggiotti con Banca Leonardo e di cui fanno parte anche componenti storici come Rotschild e Jp Morgan affiancati da Mediobanca e Lehman Brothers) è al lavoro per definire i dettagli dell'operazione Tim. In caso di vendita non mancherebbero i possibili acquirenti che vanno dall'inglese British Telecom alla tedesca Deutsche Telekom senza escludere la spagnola Telefonica. Un certo interesse, tuttavia, pare vi sia anche da parte di alcuni fondi di private equity, come ad esempio Apax, Tpg e Permira. L'ipotesi di una vendita ad operatori stranieri di Tim sembra però non piacere ai politici e tanto meno ai sindacati anche se da Palazzo Chigi è venuta una smentita circa possibili intromissioni da parte del Governo. Altro capitolo è la trasformazione di Telecom in una media-company. In prospettiva c'è l'ambizione di Telecom di portare nelle case degli italiani telefono, internet e televisione attraverso l'accordo sui contenuti con il magnate australiano Rupert Murdoch, patron di Sky. Il riassetto è stato illustrato ieri per sommi capi da Tronchetti Provera al presidente della Consob Lamberto Cardia, in un incontro a Roma durato circa un'ora e mezza. Ma l'appuntamento decisivo è per oggi alle 15 quando spetterà ai consiglieri del gruppo di telecomunicazioni dare il loro placet.