La fusione con Abertis
Entro domani infatti da Palazzo Chigi dovranno giungere i chiarimenti richiesti dal commissario al Mercato interno Charlie Mc Creevy che il 29 agosto aveva fatto recapitare una missiva che chiedeva conto della decisione dell'esecutivo. Sul tavolo due punti: la libera circolazione dei capitali e la garanzia per Abertis (potenziale nuovo concessionario) di non aver subito un trattamento discriminatorio. La risposta è stata peraltro anticipata qualche giorno fa dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. «Non abbiamo mai negato alcuna fusione tra le due società: i termini del problema sono molto diversi e riguardano la concessione che non è di proprietà del gruppo Autostrade e non può essere portata in dote senza l'autorizzazione del proprietario. È un bene pubblico dello Stato, non privato e lo Stato non può cedere la concessione senza avere garanzie precise, ad esempio, su che fine fanno gli investimenti programmati». L'ultima parola sulla fusione tra Autostrade e l'omologa spagnola Abertis insomma deve ancora arrivare.