L'aggregazione bancaria sotto la lente di Antitrust e Consob. Il nodo di Generali e Eurizon
Parte infatti da qui il primo vero banco di prova dopo l'ok dei due cda: il mercato si dovrà infatti confrontare con i numeri dell'operazione. Sul tavolo degli analisti c'è il concambio annunciato a 3,115 azioni ordinarie della banca milanese per ogni titolo di Torino. E ci sono da valutare i dati sulle sinergie (1,3 miliardi nel 2009), i costi (oneri una tantum per 1,5 miliardi) e il peso stimato del nuovo gigante (utile in crescita media del 13% annuo con guadagni a 7 miliardi nel 2009). Il valore del concambio per la fusione era comunque ampiamente atteso, con un rapporto di 3,17 a 1 espresso dalla Borsa venerdì. Gli analisti avevano stimato poi che la media degli ultimi sei mesi esprime un concambio di tre azioni SanPaolo per ciascun titolo Intesa. Così, se sabato alcuni consiglieri a Torino avevano sollevato obiezioni sul valore di concambio, non sembra in realtà ci possano essere variazioni sui valori decisi. Tanto più che gli stessi consiglieri che avevano manifestato perplessità hanno poi approvato le linee guida del progetto di fusione, e quindi anche i concambi. A breve, intanto, dovrebbero venir definiti i principali nodi della fusione da sciogliere. Sulla rete anzitutto, dove sono previsti tagli fino al 10% dei 6.200 sportelli che il nuovo aggregato avrà in Italia. I contatti informali con l'Antitrust di Catricalà sono stati avviati e proseguiranno in settimana, per portare poi alla notifica ufficiale dalla quale partirà il conteggio dei 60 giorni entro i quali Antitrust e Banca d'Italia, secondo le indicazioni previste dalla riforma del risparmio, dovranno esprimersi con un atto unico. Già domani potrebbe esserci poi un incontro tra i vertici delle due banche e la Consob. Mentre nei prossimi giorni sono attesi anche i primi contatti con i rappresentanti dei 110 mila dipendenti, per i quali si temono fino a 15 mila esuberi, stando almeno alle stime circolate nei giorni scorsi. Per gli sportelli in eccesso le due banche potrebbero anche guardare all'Agricole, dopo il via libera condizionato dato dai francesi con la richiesta esplicita di tutelare i propri interessi nel Paese. L'integrazione delle reti, con la volontà di rafforzare nell'organizzazione il concetto di «Banca dei Territori», sarà comunque una delle parti cruciali da affrontare nelle prossime settimane nell'ambito della formulazione del nuovo piano industriale, che poi dovrà venir esaminato dai cda delle due banche. Da affrontare, poi, il tema del risparmio gestito, dove Intesa opera tramite il 35% di Caam in Italia e SanPaolo con Fideuram. C'è poi molta curiosità su come verrà affrontata l'integrazione delle attività di bancassicurazione, dove Intesa opera in joint venture con Generali (Intesa Vita) e SanPaolo tramite Eurizon. L'attesa, comunque, è che l'asse con il Leone non venga messo in discussione. La speculazione nei giorni scorsi aveva puntato anche su un rafforzamento dei rapporti con Alleanza (Generali ha il 2,1% del SanPaolo e il 7,54% di Intesa e sarà al 4,9% della superbanca). Su richiesta della Consob i vertici del SanPaolo hanno comunque precisato di voler mantenere i tempi previsti per la quotazione di Eurizon.